di Franco Cosentino
Sulle piste della polvere
Caccia senza frontiere e senza sosta ai narcotrafficanti in Italia e nel mondo. I successi delle forze dell’ordine e il più incisivo coordinamento delle indagini. I risultati
(La mappa delle rotte) Parla calabrese, il linguaggio della ’Ndrangheta, il commercio della cocaina nel mondo. A dimostrarlo sono i dati della Direzione centrale antidroga diretta dal generale dell’Arma Carlo Gualdi. Le cosche reggine della ’Ndrangheta sono diventate leader nei traffici di cocaina non solo in Italia e in Europa ma anche nel resto del pianeta. ’Ndrine (le cosche) legate alle famiglie italiane si sono radicate in Australia, in Canada, negli Usa. Senza frizioni con le mafie locali, i capi bastone dirigono i grandi acquisti dai cartelli colombiani fungendo da intermediari. Addirittura in una sorta di joint venture i clan calabresi trovano investitori aggregando gente danarosa e con pochi scrupoli che si vede triplicare l’investimento nel giro di poche settimane. Il pericolo è reale soprattutto alla luce dell’incremento della produzione mondiale (800 tonnellate previste per quest’anno) dovuta anche all’utilizzo di semi geneticamente modificati. La ’Ndrangheta ricicla poi il denaro attraverso alberghi e ristoranti in Belgio e Germania; stava tentando di acquistare banche a San Pietroburgo addirittura prova a mettere le mani su un monastero nel cuore di Roma.
Ma le forze dell’ordine non mollano. Assai significativi i risultati conseguiti. Nel 2004 sono stati sequestrati 3.572 chilogrammi di cocaina; nei primi mesi di quest’anno sono già 3.377 i chili di polvere bianca sequestrati con un aumento, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, del 42,21%. Sempre nel 2004 sono state 11.766 le persone segnalate alla magistratura 8.586 quelle denunciate sino al 29 settembre scorso; l’aumento percentuale è dell’1,85 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.
Lo spaccio al dettaglio è indiscutibilmente gestito, nella stragrande maggioranza dei casi, dalle bande marocchine e albanesi seguite dai clan tunisini. Lo scorso anno sono stati più di tremila i cittadini stranieri denunciati, arrestati o fermati per spaccio e traffico di cocaina.
La battaglia non si combatte solo nel territorio italiano. “Quando la droga riesce a superare la frontiera e si perde in mille rivoli – afferma Sebastiano Vitali, dirigente superiore della Polizia di Stato, a capo del Servizio operazioni della Direzione centrale antidroga – allora lo sforzo per intercettarla da parte degli uffici territoriali diventa immane. cerchiamo di bloccarla nei nostri porti commerciali e, se possibile, all’arrivo in Europa”. Per i grandi carichi si sfruttano sempre le rotte marittime; su aerei e strade infatti non viaggiano più di dieci chili di coca. Non è un caso che l’Italia partecipa al progetto di cooperazione avviato da Francia, Gran Bretagna e Spagna. Questi Paesi rappresentano i punti di maggior ingresso della cocaina nel continente e collaborare con loro significa sbarrare il passo dei grandi flussi impedendo alla cocaina di entrare in Europa e di disperdersi nello spaccio dei pusher.
“Addirittura – osserva Milko Verticchio, maggiore dell’Arma impegnato nel settore della cocaina sempre nel Servizio operazioni della Dcsa – l’attività di intercettazione delle partite di droga è più incisiva se si interviene nei Paesi di produzione o di stoccaggio. L’Italia ha, sparsi per il mondo, venti uffici di collegamento che si rivelano spesso preziosissimi non solo per il coordinamento con le forze di polizia locali ma anche per le informazioni su carichi già in viaggio verso l’Europa o il nord America”. Ma che fine fa la droga sequestrata? Dopo le prime analisi per la verifica del principio attivo, la magistratura procede alla perizia per stabilire quantità e composizione della polvere sequestrata e, al termine del procedimento, ne dispone la confisca e la distruzione che avviene negli inceneritori sotto la supervisione della polizia giudiziaria.
Tutto bene dunque? “Assolutamente no – sostiene il tenente colonnello dei Carabinieri Umberto Zuliani – le statistiche Onu ci dicono che nel 2003 solo il 44% della cocaina prodotta è stata intercettata. I cartelli colombiani che si vedono distruggere le loro piantagioni in Colombia non si spaventano e organizzano piantagioni in Ecuador e Venezuela, dove l’attività di contrasto è meno rigida. Quindi occorre maggior attenzione sul fenomeno, sviluppando le politiche di collaborazione con quei Paesi che, produttori o intermediari, vedono nella cocaina l’unica fonte di reddito garantito”. Ma la battaglia non si ferma nemmeno in casa nostra; gli ultimi tre chili di cocaina in ordine cronologico li ha sequestrati la squadra mobile di Roma arrestando, il 25 ottobre scorso, 19 persone.
L’ATTIVITA’ DI CONTRASTO
Operazione Astor
È del 29 ottobre l’ultima operazione antidroga della Guardia di finanza; le Fiamme gialle di Novara hanno sequestrato 58 chili di cocaina in tutta Italia. 53 in tutto le persone arrestate. L’organizzazione criminale composta da cittadini albanesi aveva ramificazioni in Belgio e in Olanda, Paesi dove sono state eseguite 42 ordinanze di custodia cautelare.
Operazione Jupiter
Una delle più grandi “prese” degli ultimi tempi. Così gli investigatori della Polizia di Stato hanno definito il sequestro di 2.500 chili di cocaina avvenuto al largo delle isole Canarie. In collaborazione con il servizio antidroga spagnolo la Mobile di Genova ha seguito il carico che dalle coste del Brasile era destinato al mercato italiano.
Operazione Trabajo
Tre anni e mezzo di lavoro da parte degli investigatori dell’Arma di Trento per sgominare la banda di trafficanti che dall’Argentina importavano cocaina raffinata in Europa. Sono state sessanta le persone arrestate e quasi 1.600 i chili sequestrati di cocaina che viaggiavano su navi mercantili nascosti in carichi di carbone vegetale.
I DATI
Coltivazioni
158 mila ettari coltivati;
244 mila tonnellate le foglie di coca raccolte;
486 tonnellate di cocaina cloridrato il prodotto finale destinato ai mercati internazionali nel 2004;
687 tonnellate di cocaina cloridrato per il 2005.
Raccolta
La pianta è una sempre verde. la raccolta viene effettuata tre volte l’anno: marzo, fine giugno, fine ottobre. Grazie all’utilizzo di semi transgenici la raccolta in alcune piantagioni si fa cinque volte l’anno.
Soldi
562,5 milioni di dollari Usa è il volume di affari nell’anno 2004;
315 milioni di dollari Usa nella sola Colombia;
90 euro circa al grammo al dettaglio in Italia;
41 mila euro al chilo all’ingrosso in Italia.
Eroina | Cocaina | Cannabis | Anfetaminici |
Sequestri (dal 1° gennaio al 29 settembre)
kg. 1.029,831 | kg. 3.377,642 | kg. 20.418,727 | kg. 11,080 n. 277.497 (dosi) |
Persone segnalate alla magistratura (dal 1° gennaio al 29 settembre)
4.732 | 8.586 | 7.311 | 454 |