Franco Cosentino

Saluti d’autore

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Affrancate o rigorosamente nuove di zecca. Sono circa duecento le cartoline emesse dalla polizia nel corso di un secolo

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Due guardie raffigurate in primo piano: l’uniforme con doppia fila di bottoni, chepì, guanti bianchi, daga e, naturalmente, baffi d’ordinanza. Questa la più bella tra le prime cartoline postali della polizia italiana. È datata 1906.
Oggi se ne contano circa duecento e mostrano le mutazioni di costume avvenute nell’ultimo secolo.
“Le prime cartoline – dice Luigi Menna, ispettore capo della questura di Pordenone, uniformologo e collezionista di cartoline – si agganciavano alla tradizione di quelle reggimentali a soggetto militare la cui prima pubblicazione risale al 1897. Erano, per l’epoca, un formidabile veicolo di propaganda e la polizia individuò immediatamente le potenzialità di questa forma di pubblicità. Venivano effettivamente usate dal personale. Viaggiavano in tutto il Paese e anche all’estero”. “Rispondevano – aggiunge Menna – anche a un’altra esigenza: quella di permettere al personale di dare notizie di sé ai propri congiunti a costi irrisori. Le cartoline erano distribuite spesso gratuitamente negli spacci delle questure o nelle caserme e le guardie trovavano sempre cinque minuti per scrivere poche righe ai familiari”.
Ma come nasce il desiderio di collezionare cartoline? “La raccolta era strumentale alla mia ...


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01/10/2005