Raffaele Lupoli

La sfida del vento

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I pro e i contro dell’energia eolica, una delle fonti rinnovabili in crescita nel mondo. La situazione italiana

La sfida del vento

L’oggetto del contendere è il vento, ma non c’entrano esattamente i mulini. È una vera e propria battaglia senza ombra di un Don Chisciotte a combatterla. L’impennata della domanda di energia assieme a quella del prezzo del petrolio non lasciano scampo: il mondo deve ripensare le proprie scelte energetiche concentrando attenzione e risorse sul risparmio e sulle fonti rinnovabili. Fra queste, quella con il tasso di crescita maggiore è l’energia eolica. Questa forma di energia solare (è prodotta dallo spostamento di masse d’aria riscaldate dal sole) disponibile anche con il cattivo tempo, sostituisce carbone, petrolio e derivati nella produzione di energia elettrica, voce che rappresenta il 30% delle emissioni climalteranti.
Ma la centralità dell’eolico per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dell’anidride carbonica fissati dal Protocollo di Kyoto non è riconosciuta in maniera unanime.

Che aria tira?
Secondo le stime del Global Wind Energy Council, l’industria mondiale dell’energia eolica ha installato 7.976 Mw (Megawatt = 1 milione di watt) solo nel 2004, aumentando del 20% la potenza complessivamente installata, che ha raggiunto così 47.317 Mw. Ma potrà una serie di pale alte decine di metri soddisfare i bisogni crescenti delle industrie occidentali e delle cosiddette economie emergenti? Stando a un gruppo di ricercatori dell’Università di Stanford, in California, pare proprio di sì. Se sfruttato al massimo delle sue potenzialità – chiariscono i ricercatori – l’eolico potrebbe produrre 72 Terawatt di energia (un Terawatt = mille miliardi di watt), 40 volte il fabbisogno mondiale di elettricità re

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01/10/2005