Giulia Bertagnolio

Via dalla pazza folla

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Quali sono i meccanismi psicologici della massa. Le tecniche per affrontare l’ordine pubblico spiegate da un esperto

Via dalla pazza folla

Lo scenario è quello di una finta prigione. I detenuti sono terrorizzati, tremanti. I carcerieri hanno lo sguardo sadico e sanguinario, l’atteggiamento violento, l’aria perfida di chi si compiace a esercitare un potere. Una ferocia che cresce quanto più s’incitano a vicenda a inveire sui prigionieri.
Il regista del più noto tra gli esperimenti incentrati sulle dinamiche di gruppo è Philip Zimbardo. Nel 1971 lo psicologo della Stanford University suddivise i suoi studenti in “galeotti” e “custodi”, chiese loro di calarsi  nella parte e poi li chiuse in un finto carcere con l’intento di osservarli per due settimane. Voleva dimostrare che persone educate e psichicamente normali se sollecitate da un gruppo possono arrivare a comportarsi in modo inaspettato. Gli effetti della simulazione andarono oltre: i ragazzi carcerieri iniziarono a maltrattare i colleghi-detenuti con una crudeltà inimmaginabile. Li picchiavano, si divertivano a umiliarli spalleggiandosi a vicenda. Le sevizie erano talmente atroci che Zimbardo fu costretto a interrompere la prova.
Alcuni studiosi la chiamano group mind: l’uomo che entra a far parte di un gruppo sociale, anche se per poco, abbandona il proprio io per abbracciare una logica di pensiero collettiva. In un attimo è un barbaro, un animale da branco. La moltitud ...


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01/10/2005