Neno Giovannelli

L’sms che aiuta

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Essere avvertiti di un incidente o di un attentato. Rintracciare persone scomparse. Presto sarà possibile attraverso messaggini e foto

L’sms che aiuta

Li usano tutti: i bambini delle elementari e i nonni ottantenni, le massaie e i top manager. Costituiscono il sistema di comunicazione più diffuso nei Paesi industrializzati. Stiamo parlando dei telefoni cellulari. Leggeri e poco ingombranti, hanno una versatilità di impiego straordinaria potendo trasmettere scritti, immagini, addirittura fax e, ovviamente, la voce. Persino i terroristi islamici li hanno utilizzati a Madrid e forse a Londra per attivare gli inneschi delle bombe.
La polizia newyorkese durante gli attacchi dello scorso 7 luglio nella capitale inglese, proprio temendo un nuovo 11 settembre, come primo provvedimento ordinò alle compagnie telefoniche di bloccare le linee per qualche ora. Anche a Londra, l’estate scorsa sembra che il black out registrato subito dopo gli attacchi terroristici sia stato ordinato dai servizi di sicurezza per prevenire ulteriori esplosioni provocate dall’uso di cellulari trasformati in inneschi elettronici. Ora la Polizia di Stato italiana sta preparando la proposta di utilizzare gli amati sms per fini di sicurezza e prevenzione.
Ma andiamo con ordine. Come funziona una rete telefonica mobile?
L’area geografica è convenzionalmente suddivisa dai gestori in celle o cellule (di qui il nome attribuito agli apparecchi) circolari con un raggio che va da poche centinaia di metri a qualche chilometro; a ogni cella corrisponde una stazione radio base che permette il collegamento tra i singoli cellulari e il gestore del servi

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01/10/2005