Antonella Fabiani
Rabbia acerba
Sempre più diffuso il bullismo nelle classi italiane. Guido Crocetti, psicoterapeuta infantile, traccia un ritratto dei protagonisti
Dacci i soldi o te la facciamo pagare…”, non è la battuta di un film o di un consumato delinquente. Ma le minacce che quasi tutti i giorni ha dovuto subire un ragazzino di una scuola media di Palermo. Una delle tante piccole vittime sotto il ricatto di altri piccoli boss, uno dei tanti episodi di sopraffazione e violenza che attraversano le scuole della penisola riportati dalle cronache. Se i bambini ne sono i principali protagonisti, a esserne coinvolti sono anche genitori e insegnanti. Ma perché un bambino diventa bullo e qual è il suo rapporto con la vittima? Quali sono i possibili interventi per arginare un fenomeno che coinvolge sempre più il mondo dei giovanissimi? A rispondere Guido Crocetti, docente di Psicologia clinica alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università La Sapienza di Roma e direttore del Centro italiano di psicoterapia psicoanalitica per l’infanzia e l’adolescenza di Bologna.Quali sono le caratteristiche psicologiche del bambino bullo?
È un bambino iperattivo, irrequieto, instabile che sopporta male i limiti, contesta con atteggiamenti rigidi le norme che possono venire dai genitori. È maldestro, irritabile, non ubbidisce facilmente, attacca e provoca l’autorità, in particolare modo quella paterna. Teniamo conto che l’iperattività è normale fino ai tre anni ma non più dai cinque anni in poi.
Le cause del suo comportamento violento?
Molti bambini oggi patiscono ...
01/08/2005