Maria Grazia Giommi

La Pubblica amministrazione con un clic

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Novità in arrivo nei rapporti tra i cittadini e lo Stato. L’informatica sarà lo strumento principale di comunicazione. Un codice fissa regole, diritti e doveri

La Pubblica amministrazione con un clic

Pagamenti effettuati in via telematica, firme digitali, certificati ricevuti sulla nostra casella di posta elettronica e informazioni accessibili a tutti direttamente dal pc di casa. Basta con le file e con le peregrinazioni burocratiche da un ufficio pubblico all’altro. Almeno questo è quanto si prospetta con il varo della riforma digitale della Pubblica amministrazione (Pa) riassunta nel “Codice dell’amministrazione digitale” (d.lgs. 7 marzo 2005, n. 82, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 16 maggio). Un testo nato per fornire un quadro normativo unitario, omogeneo e coerente di tutte le norme sull’utilizzo delle tecnologie digitali all’interno della Pa e nei rapporti con i cittadini. Nelle intenzioni del legislatore una riforma che vuole rendere effettivo un radicale cambiamento nel modo di operare delle amministrazioni pubbliche: gli uffici dovranno fare ricorso all’informatica e dovranno accettarla come principale strumento operativo non soltanto nei rapporti interni, ma soprattutto con i cittadini. Il Codice, la cui entrata in vigore è fissata per il 1° gennaio 2006, è in sostanza una specie di “Magna carta” del mondo informatico e telematico della Pa: indica diritti e doveri e contemporaneamente fornisce i principi operativi con cui poterli concretamente attuare. Ha in pratica ordinato e riunito molte norme già esistenti e ne ha aggiunte di nuove per ulteriori servizi e opportunità. In questo modo la Pa elettronica si avvia a diventare una realtà: gli atti, i documenti, le scritture contabili e la corrispondenza, se prodotti in formato digitale e contenuti in archivi informatici, avranno la stessa validità giuridica dei documenti cartacei tradizionali.
Per la modernizzazione della Pa molto era già stato fatto. Ma il Codice oggi, in modo incisivo, rende obbligatoria l’innovazione: da una parte riconoscendo ai cittadini il diritto di dialogare con qualsiasi amministrazione attraverso posta elettronica; dall’altra obbligando le amministrazioni a organizzarsi in modo da rendere disponibili tutte le informazioni in modalità digitale. Un ruolo fondamentale in questa riforma lo avranno i messaggi di posta elettronica: riconoscendone la validità giuridica, si pongono le basi per un incremento del numero di e-mail e soprattutto per una sostituzione quasi totale della vecchia trasmissione cartacea. Ma quali sono gli aspetti principali di questo nuovo strumento nato per facilitare la vita ai cittadini e per rendere più produttivo ed efficiente il lavoro dei dipendenti pubblici?
Gli uni e gli altri trovano nel Codice una definizione precisa di quello che possono e devono fare.


I NUOVI DIRITTI DEI CITTADINI E DELLE IMPRESE
Nella Pa digitale i cittadini e le imprese hanno nuovi diritti che il Codice precisa, rendendoli quindi effettivamente esigibili.

Diritto all’uso delle tecnologie (art. 3)
I cittadini e le imprese hanno diritto a richiedere e ottenere l’uso delle tecnologie informatiche nelle comunicazioni con le pubbliche amministrazioni centrali e con i gestori di pubblici servizi statali. Non sarà più possibile obbligare i cittadini a recarsi agli sportelli per presentare documenti cartacei, per firmare fisicamente domande o istanze, per fornire chiarimenti: per tutto questo deve essere sempre e dovunque disponibile un canale digitale sicuro, certificato e con piena validità giuridica che permetta di dialogare con la Pa dal proprio computer.

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01/07/2005