Giulia Bertagnolio

Il ricatto on line

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Si moltiplicano i casi di estorsioni elettroniche. Dietro al fenomeno giovani mercenari al soldo della malavita ma anche lavoratori insospettabili

Non è un azzardo chiamarla cybermafia, visto che i reati informatici prima architettati solo da astuti hacker solitari oggi portano la firma di vere gang criminali legate a doppio nodo al mondo dell’hi-tech. Al posto delle tradizionali intimidazioni di tipo fisico sfrutta sofisticate armi virtuali, organizza delitti “tradizionali” rivisitati in chiave tecnologica come estorsioni e racket on line senza disdegnare furti su scala globale o classiche truffe via computer, sa mobilitare all’unisono migliaia di Reti minacciando di mandare in tilt aziende e società di ogni parte del mondo: in Russia nel 2002 il ministro degli Affari interni schedava circa tremilaottocento casi di reati informatici al mese. L’anno dopo la cifra è quasi raddoppiata, mentre solo nella prima metà del 2004 gli illeciti web catalogati nella terra degli Zar sono stati quasi cinquemila. Stesso trend in Germania, dove il numero di delitti via pc è quadruplicato in dieci anni passando da quindicimila nel 1993 a sessantamila nel 2003. Merito del recente slancio tecnologico delle cosche che fa tremare mezza Europa, in primo luogo Danimarca, Portogallo, Romania, ma anche Francia, Svezia e Regno Unito. In Italia, per il momento, il fenomeno della cyber-malavita sembra circoscritto al riciclaggio di denaro e al furto di soldi tramite carta di credito.
A tracciare il profilo delle nuove minacce elettroniche è il Report sulla criminologia virtuale. Uno studio europeo che la società produttrice di antivirus McAfee, leader mondiale nella prevenzione e nel co

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01/07/2005