Maria Grazia Giommi

Il chip che controlla la spesa

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È in arrivo una nuova tecnologia: un semplice circuito elettronico identificherà tutto quello che compriamo. Con scenari da fantascienza e implicazioni per la privacy

Il chip che controlla la spesa

Da dove proviene la bistecca che ho nel piatto? Con quale latte è stato prodotto il formaggio esposto nel banco del supermercato? A queste e altre domande si potrà in futuro rispondere in maniera più veloce e precisa con l’aiuto delle nuove tecnologie Rfid, ossia Radio frequency identification, un insieme di tecnologie create per sostituire gli attuali sistemi di identificazione delle merci, documenti cartacei e codici a barre, con microchip a radiofrequenza attivati da lettori ottici.
In altre parole sistemi che trasmettono il contenuto della loro memoria via radio quando ne ricevono l’ordine da un lettore. Le chiamano “etichette intelligenti” perché sono capaci non solo di dare informazioni ma di tracciare i percorsi effettuati nella catena di produzione e di distribuzione dalle singole unità di prodotto: tempi di lavorazione, operazioni eseguite, addetti intervenuti, eccetera. In pratica per sapere tutto su una merce basterà chiederglielo e la risposta arriverà in formato digitale.

È l’evoluzione tecnologica dell’etichetta di identificazione di un prodotto. Non solo vestiti e alimenti, ma anche automobili. Potenzialmente qualunque prodotto confezionato e merce di ogni tipo. La possiamo trovare sulla crosta del parmigiano o sotto il cofano della macchina: la casa automobilistica Ford ha inserito un chip in un bullone che segue tutti i passaggi della costruzione di un motore. Ma le utilità delle ...


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01/06/2005