Giulia Bertagnolio e Maria Grazia Giommi

Insieme per ricordare

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Nella cerimonia celebrativa la consegna delle medaglie agli eroi dei nostri giorni

Insieme per ricordare

Non solo un’occasione per sorridere, per sentirsi vicini, per festeggiare i traguardi raggiunti, per ritrovarsi con entusiasmo tra la gente in tutte le piazze d’Italia il 14 maggio. La Festa della polizia è anche un momento per ringraziare chi ha messo a rischio la propria vita in nome della divisa. Per commuoversi ricordando chi, durante il servizio, questa vita l’ha persa. Per stringersi attorno alle famiglie dei tanti eroi moderni morti mentre servivano lo Stato.
Durante la cerimonia d’apertura che si terrà a Roma il 13 maggio, sarà il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (che ha appena consegnato al servizio sanitario della polizia una medaglia d’oro al merito durante la giornata mondiale della sanità) a consegnare le onorificenze ai tanti poliziotti che si sono distinti per aver tutelato con coraggio la sicurezza del Paese. Solo Raffaele Valerio (che, fuori servizio, ha salvato una bimba e il suo papà da un naufragio) potrà ricevere l’onorificenza di persona: gli altri sono stati uccisi in scontri a fuoco, attentati, incidenti di ordine pubblico. Al loro posto, a ritirare le medaglie, saranno i familiari.
Una medaglia non può riempire il vuoto lasciato dalla perdita di due figli. Può far sentire a una donna che non è sola, può ricordarle che, sebbene nella società dell’informazione tutto all’apparenza scorre e si dimentica, chi muore da eroe resta patrimonio del Paese per sempre. Con questo intento Ciampi consegnerà l’onorificenza alla mamma di Massimiliano e Davide Turazza. Il primo, morto nel ’94 in una sparatoria a Fumane, per mano di un ex appartenente alla mala del Brenta. Il fratello, come in un tragico e paradossale destino che si ripete, è stato freddato nel veronese il 21 febbraio scorso mentre era di pattuglia lungo la statale bresciana dove la notte lavorano le prostitute. A ucciderlo Andrea Arrigoni, detective privato di Bergamo, che poco prima di vedere l’auto della polizia avvicinarsi alla sua macchina aveva ucciso già una giovane ucraina. “Il mio non è un dolore di rabbia – dice mamma Turazza – Non sono pentita di aver lasciato che i miei figli scegliessero questa strada. Hanno fatto scelte giuste, di generosità. Io sono orgogliosa di questo”. Il pensiero non va solo a quella madre che ha dato alla divisa, ma soprattutto al Paese, ciò che di più caro aveva. Va anche alla vedova di Davide e alla figlioletta.
Nell’inferno di fuoco del 21 febbraio non è morto solo Turazza. Alla Festa della polizia, a ritirare la medaglia dalle mani del presidente della Repubblica saranno infatti anche i familiari di Giuseppe Cimarrusti. Ventisei anni, nato vicino Bari a Conversano, in polizia dal ’98. Amava il suo lavoro, le partite di calcetto coi colleghi della questura di Verona, la sua terra d’origine, la giovane moglie Rossella di ventitré anni. Se n’è andato mezz’ora dopo il ricovero in ospedale. “Il sacrificio di Giuseppe e Davide è eroico – ha detto padre Carraio, che ha celebrato i funerali nella basilica di Verona, davanti alle due bare avvolte dalla bandiera tricolore – Nessuno di noi vive per se stesso, nessuno muore per se stesso”. Cimarrusti ha passato l’amore per la polizia a sua moglie. Dopo la morte di Giuseppe, Rossella ha deciso di arruolarsi. “Sarà la mia vita come quella di Giuseppe”, ha detto.
La polizia ricorderà anche altre vittime del dovere. Quelle degli anni di piombo: stroncate dalla violenza di piazza, dallo stragismo, dal terrorismo. Molti degli eroi in divisa morti in quell’epoca buia, sono stati commemorati l’anno scorso. Altri verranno premiati stavolta: Giuseppe Filippo, ucciso nel 1980 con due colpi di pistola mentre rientrava a casa. Luigi Carbone, ammazzato l’anno dopo dagli spari di cinque killer. Sebastiano Vinci, caduto per mano delle Brigate Rosse. Vincenzo Tumminello e Carlo Buonantuono, freddati in una sparatoria mentre cercavano di avvicinarsi a un’auto sospetta. Francesco Straullu e Ciriaco di Roma, massacrati da un commando di terroristi. Eleno Anello Viscardi, colpito a morte da due esponenti del movimento eversivo Prima linea. Ciro Capobianco, anche lui ucciso dagli eversori, Giovanni Di Leonardo morto nel 1985 in un agguato, Giovanni Mannu vittima della malavita organizzata. 
A loro, e alle vittime di tutti i tempi che rappresentano l’orgoglio delle forze dell’ordine, andrà il cordoglio del presidente Ciampi, la solidarietà degli uomini in divisa, l’abbraccio di tutti i cittadini italiani.


Le medaglie
Medaglia d’oro al valor civile alla memoria
Agente Scelto Davide Turazza (1968 – 2005)
Agente Scelto Giuseppe Cimarrusti (1978 – 2005)
Medaglia d’oro al valor civile
Agente Scelto Raffaele Valerio
Medaglia d’oro al merito civile alla memoria
Appuntato Giuseppe Filippo (1930 – 1980)*
Brigadiere Luigi Carbone (1924 – 1981)*
Commissario Sebastiano Vinci (1937 – 1981)*
Guardia Carlo Buonantuono (1954 – 1981)*
Guardia Vincenzo Tumminello (1954 – 1981)*
Capitano Francesco Straullu (1955 – 1981)*
Guardia Ciriaco Di Roma (1951 – 1981)*
Guardia Eleno Aniello Viscardi (1956 – 1981)*
Agente Ciro Capobianco (1960 – 1981)*
Agente Giovanni Di Leonardo (1951 – 1985)*
Brigadiere Giovanni Mannu (1925 – 1967)

* deceduti a seguito di fatti di terrorismo
01/05/2005