a cura di Anacleto Flori

Un francobollo per Calabresi

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Un francobollo per Calabresi

ROMA. È la mattina del 17 maggio 1972 quando alla centrale operativa della questura di Milano arriva una drammatica chiamata via radio “C’è un uomo ferito da colpi di pistola in via Cherubini. È il commissario Calabresi. Mandateci un’autoambulanza, fate presto”. Sono passati ormai più di trent’anni da quella spietata esecuzione, giunta al termine di un’assurda campagna denigratoria, ma il tempo non è trascorso invano come ha testimoniato la presentazione ufficiale del francobollo emesso dalle Poste italiane in memoria del commissario Luigi Calabresi. Una cerimonia che si è svolta lo scorso 26 gennaio nella sala Sinopoli dell’Auditorium parco della musica alla presenza del ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, che ha ricordato il debito di riconoscenza delle istituzioni nei confronti del sacrificio del giovane funzionario di polizia. “Ci sono gesti simbolici, semplici e sentiti, tardivi ma fortemente voluti – afferma il ministro – e l’emissione di questo francobollo è uno di questi gesti. Un modo per ricordare ancora una volta che lo Stato non dimentica i propri morti”.
E c’è commozione anche nelle parole e negli interventi del sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Gianni Letta, del ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, e del giornalista Bruno Vespa. Poi le luci si spengono e sullo schermo della sala scorrono le drammatiche e concitate immagini in bianco e nero dei notiziari dell’epoca. “Rivedere questi filmati è sempre doloroso – confessa con un po’ di pudore la vedova di Calabresi, signora Gemma mentre riceve la targa ric ...


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01/02/2005