Alice Vallerini

Altro che vita da cani!

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Boutique, cliniche di lusso, pappe da grand gourmet. Per cani e gatti non si bada a spese

Altro che vita da cani!

Da Harrods, tempio della moda londinese, qualche tempo fa 400 persone hanno assistito alla sfilata “Pet à porter”: in passerella zampettavano modelli dal pelo lucido con al collo preziosi guinzagli di montone abbinati a coroncine di diamanti. In America, la Midknight Creations vende occhiali per cani completi di lacci da legare sotto il muso dell’animale. Nella Boutique-Spa di via S. Pietro all’Orto, a Milano, si confezionano tutine in cachemire per quadrupedi e si fanno applicazioni di smalto su unghie canine, impacchi d’argilla, massaggi, maschere per lucidare il pelo, trattamenti con olii essenziali. A Roma la pensione La vecchia fattoria offre a padroni apprensivi un quotidiano servizio di mms con foto dell’animale lasciato in deposito durante le vacanze. Alle terme di Fonteverde di San Casciano, vicino Siena, c’è una grande piscina dal design minimalista completamente attrezzata per l’aquagym. Davanti all’entrata c’è un cartello con una scritta: “Si prega di lasciare fuori i padroni”. È una piscina per cani.

Le follie che una stravagante ma nutrita categoria di padroni fa regolarmente per i propri animali alimenta un giro d’affari di oltre due miliardi di euro l’anno e fa dimenticare il generale calo dei consumi di lusso legato al caro euro. Lo conferma una ricerca realizzata su mille italiani e pubblicata sul periodico Salute Naturale delle Edizioni Riza: dal ’90 a oggi gli introiti del settore “articoli per animali” sono lievitati di oltre il settanta per cento, tant’è che perfino in epoca di ristrettezze generali, per cani e gatti non si bada a spese. Il settanta per cento degli intervistati vorrebbe far provare (o lo ha già fatto) al proprio beniamino saloni di bellezza e ...


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01/02/2005