Poliziotti in prima classe

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Sono frequenti i momenti nei quali la gente comune si sente esposta ai pericoli, indifesa, come un bambino di fronte al mondo che lo circonda. In queste situazioni di smarrimento i cittadini sono portati a tutelarsi modificando stili di vita o limitando la propria libertà di movimento. Piccole scelte quotidiane che non costano troppo sacrificio, come evitare di passare di notte per i quartieri malfamati di alcune città o infilarsi in una manifestazione di protesta che può diventare violenta. Ma nessuno, e le eccezioni sono estremamente rare, può fare a meno di viaggiare, in auto, treno, aereo e trovarsi quindi circondato o a contatto stretto, in luoghi che non si sono mai visti prima, con persone sconosciute. In queste circostanze basta vedere una divisa della polizia per sentirsi rassicurati, tranquilli.
In questo numero ci occupiamo proprio degli specialisti che rendono sicuri i nostri spostamenti: gli uomini e le donne della Ferroviaria. Abbiamo visitato la scuola che fornisce loro tecniche e conoscenze per poter “difendere” i treni, i viaggiatori e le merci dagli assalti di una criminalità che oggi si nasconde anche dietro l’apparenza dell’uomo (o della donna) qualunque. Un tempo i cattivi da combattere erano i “soliti noti”, rapinatori con i quali si ingaggiavano furiose sparatorie sui vagoni stipati di merci preziose. Adesso le insidie possono essere più subdole, nascoste negli abiti banali di un viaggiatore di seconda classe che sembra leggere un libro e ha invece sotto il giubbotto una pistola, pronta a sparare e a uccidere. L’agente Emanuele Petri è caduto proprio così, vittima di uno spietato assassino. È a queste tragiche possibilità, e a un livello sempre più alto di qualificazione, che si preparano, allora, gli uomini e le donne della Ferroviaria, che all’occorrenza diventano gli angeli custodi di chi è in difficoltà. Le storie, belle e drammatiche, sono tante. Storie di vita spericolata che corre sui treni o lungo i binari di una grande stazione, spesso rifugio e casa dei meno fortunati.

01/02/2005