Tutti a scuola, sempre

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‘‘L’Europa è indiscutibilmente entrata nell’era della conoscenza, con tutte le conseguenze che tale evoluzione implica sulla vita culturale, economica e sociale… Il buon esito della transizione a un’economia e a una società basate sulla conoscenza deve essere accompagnato da un orientamento verso l’istruzione e la formazione permanente”: lo afferma il memorandum di Lisbona, l’imperativo documento comunitario sull’istruzione “dopo” la formazione scolastica di base. E l’Italia ha mantenuto il passo degli altri Paesi europei. Si va dal sofisticato e-learning di marketing e gestione finanziaria per manager, al corso di reinserimento per i detenuti, dall’Accademia alberghiera che insegna ai disoccupati come rifare un letto o servire la colazione, al corso di formazione per sacerdoti che vogliono diventare esorcisti organizzato dall’Università Regina Apostolorum. Ci sono università virtuali, popolari e per la terza età.
La Polizia di Stato ha cominciato a preoccuparsi della formazione permanente ben prima che l’Europa la dichiarasse utile. Preparare al lavoro professionisti dell’emergenza in grado di gestire correttamente relazioni umane, insegnare tecnica delle indagini e applicazione del codice penale non è facile. Dalle scuole per i giovani agenti a quelle per i funzionari senza dimenticare le strutture per specialisti, c’è una scelta vastissima della quale riferiamo ampiamente in questo numero.
Nella formazione permanente la polizia crede da sempre. In divisa esistono oggi non più soltanto studenti, ma anche docenti di qualità. E le recenti convenzioni con alcuni atenei danno più valore ai corsi delle scuole, fino alla laurea. La cultura, in polizia, è un modo di vivere.
01/01/2005