Lavinia Mari

Un lungo fiume di colori

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I paesaggi acquatici, le ninfee, i ponti e il bateau-atelier. A Brescia, al Museo di Santa Giulia, una grande mostra celebra Monet

Un lungo fiume di colori

Lo avevano capito subito Monet e i suoi amici che il fiume avrebbe suggerito loro qualcosa di nuovo. L’acqua con le sue trasparenze, le sue dissolvenze, i suoi leggeri movimenti permetteva di vedere le cose, anzi il riflesso delle cose – nuvole, edifici, cielo, alberi – in una luce diversa. Il fiume era la Senna, dove Monet spesso andava a dipingere in compagnia dei suoi amici Sisley e Renoir per sfuggire alla noia e alla compostezza della pittura dentro gli studi. Fuori in riva al fiume, era più facile rendere la sensazione visiva nella sua immediatezza. Il metodo fu poi ribattezzato en plein air, cioè pittura all’aperto, con cui si rivoluzionava il rapporto tra pittore, luce e colore. Qui paesaggio e spettatore stanno sulla stessa scena. A cambiare è anche la tecnica pittorica che diventa più rapida, i colori non sono impastati sulla tela ma distinti in pennellate: Monet porterà nell’acqua i rossi, i bianchi, i verdi, i celesti delle case, delle vele, degli alberi, del cielo.
Al fiume e al pittore che più di ogni altro ne è rimasto affascinato è dedicata la mostra Monet, la Senna, le Ninfee allestita nel Museo di Santa Giulia a Brescia: 112 opere provenienti da musei e collezioni di tutto il mondo sul rapporto che legò il pittore francese alla Senna.
Un percorso di

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01/12/2004