Antonella Fabiani

I miei thriller all’italiana

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Comico, cantante e scrittore di successo. Giorgio Faletti parla del suo rapporto con il pubblico e di come nascono i suoi libri

I miei thriller all’italiana

Puntuale arriva all’appuntamento in un albergo del centro. Gli occhi magnetici, i modi pacati, il fisico e l’abbigliamento sportivi sono quelli dello scrittore più popolare del momento: con un milione e trecentomila copie, tradotto in molti Paesi del mondo, Giorgio Faletti, orgoglioso di essere stato ribattezzato il padre dello “spaghetti thriller”, si prepara a bissare il successo editoriale di Io uccido con il secondo romanzo Niente di vero tranne gli occhi. Roma è una delle tappe italiane di promozione del libro, un’occasione piacevole per dare un volto ai suoi affezionati lettori, anche se, confessa lo scrittore, pensa già di ritornare alla tranquillità della sua casa all’Elba, di fronte al mare, dove si è trasferito da qualche anno.
Come ha vissuto l’aspettativa che circondava questo secondo libro?
Da un punto di vista personale con comprensibile ansia perché venivo dal successo di Io uccido. Dal punto di vista della struttura e di scrittura ho fatto dei cambiamenti. A differenza del primo romanzo dove c’era un percorso lineare, un serial killer che dava delle indicazioni agli investigatori sulla prossima vittima, in questo secondo ho creato una storia più complessa. Ho intrecciato le vicende di due investigatori, in realtà due persone che non sanno chi sono e dove vanno.
Il romanzo è ambientato per la maggior parte a New York. Perché ha scelto questa città?
Perché è una città ferita e disastrata. Il crollo delle Torri Gemelle ha intaccato il mito della città invulnerabile, roccaforte del sogno american ...


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01/12/2004