Alice Vallerini

Nella mente delle assassine

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Killer spietate e ciniche quasi quanto gli uomini. Cosa scatena la furia omicida delle donne

Nella mente delle assassine

Ottantuno contro milletrecento. Sono gli omicidi commessi rispettivamente da donne e uomini nei primi sei mesi di quest’anno. A una prima lettura la sproporzione sembrerebbe commentarsi da sé, eppure secondo le analisi di psicologi e criminologi le differenze tra i due sessi in tema di uccisioni sono sempre più sfumate. Non solo. La variazione del fenomeno registrata da un anno all’altro fa emergere che gli omicidi al femminile sono passati da 33 a 81. Un dato che delinea la tendenza a un vistoso aumento. Che secondo gli esperti ha connotazioni specifiche.
“La delinquente è ambigua. Si vende meglio dell’uomo, sa manipolare, abbindolare. E da sempre gode di una maggiore credibilità sociale rispetto al maschio – spiega Natalia Feliziani, psicologa e autrice di uno studio sulla criminalità al femminile – Questo spiega perché sia maestra nei furti, nei raggiri, nelle truffe, nella lettura dei tarocchi o delle carte. Negli omicidi è invece sempre stata passionale: incline ad agire per amore, per vendetta. Generalmente verso amici intimi o compagni di letto. Quando l’uomo colpisce (spesso le vittime sono estranei) è irrazionale; motivato dallo stress, dall’incapacità di fronteggiare un problema, dalla sete di ambizione, da incontrollabili impulsi sessuali. Oppure è sotto effetto di alcol, droga, raptus”.
Ne è passato di ...


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01/12/2004