Antonella Fabiani

Emozioni da scommessa

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Ciò che lega la nostra mente al tavolo delle puntate. dalla passione alla patologia. Ne parla lo psicologo Gioacchino Lavanco

Emozioni da scommessa

Malattia, dipendenza, ossessione ma anche svago e piacevole passatempo. Nel gioco l’uomo ha cercato sempre il brivido, l’emozione a volte fino ad arrivare a distruggere la propria vita travolto dai debiti. Ma non ci sono solo i casi limite. Si può sfidare la fortuna anche andando alla ricevitoria sotto casa o puntando sulla vincita della squadra del cuore nella sala scommesse del proprio quartiere. È possibile che qualcuno di loro si trasformi da giocatore dilettante in un accanito giocatore d’azzardo? Ne parliamo con Gioacchino Lavanco, docente di Psicologia di comunità presso l’Università di Palermo.
Parliamo della diffusione del Lotto, del Superenalotto. Perché hanno così successo presso la gente?
Questi sono giochi cosiddetti di alea, cioè legati alla casualità della fortuna sempre più diffusi nella nostra società perché stimolano la gente a sognare, a immaginare un cambiamento nella propria vita e a scommettere su questo cambiamento non attraverso un progetto di vita (lavorare di più, laurearsi, eccetera) ma attraverso una scommessa. Stimolano l’illusione di vincere: a tutti è capitato di fantasticare su una vittoria di miliardi, di averli distribuiti con la fantasia a parenti, amici, di essere stati egoisti o generosi.
Si può diventare dipendenti da questo tipo di giochi?
Proprio perché scatenano le fantasie o interferiscono con fatti psicologici possono creare giocatori problematici. Ricordiamoci che sono pubblicizzati, facili da reperire, non sono vietati dalla legg ...


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01/11/2004