a cura di Loredana Lutta
Giro di vite per gli sfruttatori del sesso
Pur essendo vietata dal 1948 nella Corea del Sud la prostituzione continua a essere un’attività fiorente e diffusa. Un’indagine condotta nel 2003 dall’Istituto di criminologia coreano ha messo in luce come l’industria del sesso sia più che tollerata: più del 20 per cento degli uomini adulti acquisterebbe servizi sessuali in media quattro volte al mese mentre il 4,1 per cento delle donne, nella fascia d’età tra venti e trenta anni, sbarcherebbe il lunario tramite una della miriade di forme di prostituzione praticate nel Paese. Secondo il 68,5 per cento del campione di uomini e donne intervistati sul tema dal ministero per le Pari opportunità, nelle scuole, nelle forze armate e nelle imprese ci sarebbe una cultura nazionale di fondo favorevole al sesso a pagamento. Una cultura che la legge entrata in vigore qualche settimana fa intende cambiare con multe elevate e pene detentive fino a 10 anni contro trafficanti di esseri umani, sfruttatori e persino clienti. Nel rapporto 2004 del Dipartimento di stato Usa sul traffico di esseri umani la Corea del Sud viene descritta come “Paese di origine, transito e destinazione” di donne del sud-est asiatico oggetto di commercio ai fini dello sfruttamento sessuale. La nuova legge le incoraggia a denunciare gli sfruttatori garan
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