Lavinia Mari
Che spreco, questi fulmini
Terrificanti manifestazioni dell’energia della natura saettano tra le nuvole illuminando il cielo. Distruttivi eppure utili
Ogni secondo sulla Terra ne cadono cento. Solo sul nostro Paese se ne abbattono circa un milione e mezzo l’anno, in America oltre venti milioni. Improvvisi e violenti i fulmini sono sicuramente tra le manifestazioni più spettacolari della natura: scariche elettriche legate ai temporali anche se possono verificarsi pure in caso di tempeste di sabbia, bufere di neve e perfino a cielo sereno. Se per gli antichi greci erano una delle espressioni del potere divino di Zeus (dio dell’Olimpo che lanciava le sue saette e scatenava uragani per punire gli uomini che si ribellavano) per gli scienziati moderni sono ancora per molti aspetti un mistero.
Cosa sia a far scattare la scintilla del fulmine e il perché prenda un percorso invece di un altro continua, infatti, ad arrovellare gli studiosi. La maggior parte viaggia da nuvola a nuvola, oppure illumina una sola nuvola, ma può accadere che da una nuvola sia scaricato a terra. Alcune teorie dicono che tutto comincerebbe nella nuvola carica di elettricità negativa nella parte bassa e positiva in quella alta; è tra queste zone che possono crearsi i fulmini. Recentemente però le ricerche di uno studioso americano, Joseph Dwyer del Florida Institute of Technology, hanno messo in dubbio questa teoria: secondo Dwyer i campi elettrici delle nuvole non sarebbero sufficienti a far scoccare la mo