Inaugurata la caserma “Petri”
Roma. Nel silenzio del piazzale echeggiano ancora le ultime note della Preghiera del poliziotto, eseguita dal coro della questura di Palermo e dalla banda della Polizia di Stato. Alma Petri, vedova dell’assistente Emanuele, attraversa il cortile per scoprire la targa in memoria del marito. Al termine la benedizione di don Angelo Oddi, mentre il capo della polizia Giovanni De Gennaro consegna la pergamena ufficiale della cerimonia. È il momento più emozionante di una giornata piena di sole e di vento, di orgoglio e di commozione.
È passato un anno da quel tragico 2 marzo in cui perse la vita Emanuele Petri. “Lo Stato non dimentica i suoi morti così come non dimentica il proprio dovere di accertare la verità, individuare i responsabili e rendere giustizia. Grazie al sacrificio di Petri gli omicidi di Biagi e D’Antona non resteranno impuniti”. Nelle parole del ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu c’è il senso più vero e profondo della cerimonia di inaugurazione del Centro polifunzionale - Scuola tecnica della Polizia di Stato di Spinaceto, alle porte di Roma, intitolato alla memoria del coraggioso poliziotto. Una struttura che comprende un’area di massima sicurezza, con percorsi per le simulazioni operative, edifici per l’addestramento in ambiente urbano, la torre e la roccia per le arrampicate, il poligono e l’eliporto. Poco distante le palestre, la piscina e la pista di atletica. Qui si addestreranno gli uomini del Nocs ma anche gli atleti del gruppo sportivo delle Fiamme oro.
Insieme con il ministro dell’Interno e il capo della Polizia, molte personalità hanno presenziato alla cerimonia. Tra gli altri, il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, i sottosegretari all’Interno Antonio d’Alì e Maurizio Balocchi, il vice capo vicario della Polizia Antonio Manganelli e ancora funzionari di polizia e tanti colleghi di Emanuele. Tra questi anche il figlio Angelo, con quella divisa che all’indomani della tragedia ha scelto di indossare per seguire le orme del padre. Una scelta che la signora Alma ha accettato con serenità e coraggio “Certo, come madre un po’ di preoccupazione c’è, ma sono contenta per lui; è sempre stata la sua passione, ed è giusto rispettare le sue scelte”. Poi racconta di quella maledetta mattina di un anno fa, dell’ultimo saluto, fatto di corsa, prima di uscire di casa per prendere servizio, ma anche del suo primo incontro con Emanuele, di come rimase affascinata da quell’uomo, dalla sua grande umanità e dalla divisa che indossava. Mentre parla di suo marito e della caserma che ora porta il suo nome, gli occhi segnati dal dolore si accendono di orgogliosa fierezza. Lo sguardo si indurisce appena un po’ quando qualcuno le chiede se riuscirà mai a perdonare gli assassini di Emanuele. Ma è solo un lampo che passa veloce “Non so – risponde, con voce pacata – forse, col tempo.”
Diritti umani
Piacenza. Nelle scorse settimane l’Aula magna della Scuola allievi agenti della Polizia di Stato ha ospitato il convegno “La democrazia, lo stato di diritto e i diritti umani nell’evoluzione dei rapporti internazionali” organizzato in collaborazione con Unicef Italia, la regione Emilia Romagna, la Provincia e il Comune di Piacenza. Una scelta strategica in un contesto storico che vede sempre più spesso la Polizia di Stato impegnata a svolgere le proprie funzioni nell’ambito di missioni internazionali di “ricostruzione civile” a fianco di organismi internazionali.
Il convegno ha visto tra i relatori anche l’europarlamentare Emma Bonino, l’onorevole Livia Turco e il ministro plenipotenziario in rappresentanza del ministero per