Marina Graziani

La volante telematica

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Energia elettrica, gas, vie di comunicazione. Da oggi gli accordi tra Dipartimento e alcune importanti aziende garantiscono scambi più rapidi di informazioni in caso di attacchi informatici

La volante telematica

Basta una leggera pressione sul tasto “invio”, se a farlo è la persona sbagliata, non necessariamente un hacker, per mettere a nudo la fragilità di un sistema di vita sempre più dipendente da sofisticati e complessi sistemi informatici. Energia, vie di comunicazione, telecomunicazioni e banche dati strategiche: la funzionalità di settori vitali è attaccabile.
La loro sicurezza è diventata una priorità e non può più essere considerato un problema soltanto dell’azienda che gestisce il servizio.
Da qui i primi accordi siglati dal Dipartimento della pubblica sicurezza con Ferrovie dello Stato, Automobile club Italia, Grtn (Gestore rete trasmissione nazionale), Rai, Snam-Rete gas, Abi. Lo scopo è quello di aumentare l’attività di prevenzione del crimine informatico grazie alla collaborazione delle aziende. La filosofia sempre la stessa: essere “vicino alla gente”.
Il tutto affidato ai duemila operatori specializzati della polizia postale e delle comunicazioni. Lo spiega l’ingegnere Luciano Pucci, consigliere del Dipartimento della pubblica sicurezza per le strategie di innovazione, che partecipa al progetto integrato per la sicurezza informatica e telematica delle infrastrutture critiche del Paese.
Perché questa attenzione verso il crimine informatico?
Perché oggi al buon funzionamento di strutture telematiche e informatiche è legato sempre di più il funzionamento di sistemi vitali per il Paese. E perché questa tipologia di crimine si esprime in nuove insidiose forme mai precedentemente emerse e in comportamenti e fenomeni criminosi di tipo convenzionale. Ad esempio il furto di identità che prima si commetteva attraverso la falsificazione di un documento, oggi assume, nell’ambito delle transazioni in Rete, caratteristiche completamente nuove, non sempre universalmente conosciute e di notevole pericolosità sociale.
È il punto debole dell’uso di tecnologie complesse, che d’altro canto facilitano moltissimo la fruizione di certi servizi. Cosa si può fare per ridurre i rischi?
Occorre a ...


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01/04/2004