Annalisa Bucchieri

Indice a prova di falso

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Le impronte digitali e i principali tratti somatici saranno memorizzati nel nuovo passaporto elettronico, prossimamente in circolazione.

Indice a prova di falso

Vecchi passaporti, addio. Tra le tante novità che il 2004 riserva agli italiani con la valigia c’è anche questa. Dal prossimo 10 maggio, infatti, basterà la sola carta d’identità per andare anche a Cipro, in Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria, nove stati che hanno scelto di far parte dell’Unione europea. Sempre più liberi in un’Europa comunitaria allargata a 25, per gli spostamenti fuori dal Vecchio Continente dovremo invece adeguarci alle esigenze di maggiori controlli di sicurezza e abbandonare l’attuale libretto per dotarci di un documento d’espatrio elettronico che entrerà in vigore verso la fine dell’anno.
Niente paura per i turisti incalliti che amano mostrare con orgoglio la loro collezione di timbri doganali; apparentemente nulla cambierà. Il passaporto elettronico sarà simile al vecchio libretto cartaceo. Tranne, ma è una differenza impercettibile a occhio nudo, che per la copertina. All’interno della sua facciata verrà sistemato un microchip, con una capacità di 32 kilobyte. Su quest’anima sottilissima saranno memorizzati due dati biometrici del titolare del documento: impronte degli indici ed elementi inconfondibili del viso. Sembra invece scartato l’inserimento dell’iride, sia per ragioni commerciali (il brevetto è nelle mani di una società americana, l’Iridion), sia perché il Garante della privacy teme che i controlli possano diventare invasivi, consentendo di verificare malattie o predisposizioni genetiche della persona. Comunque bastano i polpastrelli e i punti strutturali del viso a certificare l’unicità dell’individuo e fugare qualsiasi pericolo di scambi o furti di identità.
La novità tecnologica, studiata ed elaborata dagli esperti della polizia scientifica, è stata voluta dai ministeri degli Esteri e dell’Interno. Presentata in prototipo lo scorso 11 dicembre all’aeroporto di Fiumicino, entrerà in vigore alla fine del 2004, dopo una fase di sperimentazione.
L’obiettivo è minimizzare la possibilità di falsificazione e garantire maggior sicurezza nell’era del terrorismo globale. I vecchi passaporti, infatti, possono essere contraffatti più semplicemente permettendo l’ingresso di terroristi sotto copertura. Solo nel 2002 in Italia sono stati intercettati 1500 permessi d’espatrio fittizi. Riprodurre un microchip o modificarlo è invece molto più complesso. Soprattutto se si tratta di un chip on paper millimetrico, saldato tra le due facce di cartoncino, non inseribile né estraibile dopo che la copertina è stata prodotta. Altro elemento di affidabilità è la presenza di una serie di firme digitali che siglano la memorizzazione dei dati sul minuscolo processore, rendendo possibile scoprire eventuali intrusioni o contraffazioni. Neanche lo stress dei numerosi timbri doganali a cui lo sottoporrà un globetrotter potrà accidentalmente danneggiarlo.
Insomma con questo prezioso libretto in tasca il viaggiatore potrà sentirsi protetto da crisi d’identità. Ma cosa succederà quando si presenterà alla frontiera? Dovrà far passare il passaporto elettronico su un dispositivo di lettura, in grado di verificare che i dati inseriti nella memoria del chip corrispondano a quelli stampati e alla foto sul documento. Poi dovrà poggiare il dito indice della mano destra su un altro lettore che lo confronterà con l’impronta archiviata nel microprocessore. Se il responso sarà positivo, potrà proseguire. Una procedura molto più veloce delle lunghe attese a cui ci hanno abituati i controlli in aeroporto dopo l’11 settembre. Soprattutto molto più sicura. E la sicurezza è diventata la priorità assoluta nel settore trasporto aereo, come ha sottolineato durante la presentazione del prototipo, il direttore di Fiumicino Carlo Luzzatti, ricordando che lo stesso ministro dell’interno Giuseppe Pisanu ha citato gli aeroporti tra gli “obiettivi sensibili” degli attentatori.
Finita la fase di sperimentazione del prototipo e ottenuta l’approvazione dell’Icao, l’associazione internazionale che raggruppa le compagnie aeree, i commissariati di polizia e gli uffici consolari all’estero saranno attrezzati con il macchinario necessario per la produzione del nuovo documento, mentre i lettori dei dati contenuti nei microchip verranno sistemati in tutti i valichi di frontiera marittima, aerea e terrestre.
Sicuramente dall’inizio del 2005 i passaporti da fare ex novo o da rinnovare a seguito della scadenza dei dieci anni saranno prodotti con l’avanguardistica tecnologia. Ma è tassativo che entro il 2006 tutti i 7 milioni di libretti italiani attualmente in circolazione dovranno essere mandati al macero e sostituiti con quelli elettronici. Resta da verificare quanto ci costerà questa rivoluzione nel nome della biometria. Sembra che la realizzazione del microchip inciderà solo di qualche euro sul prezzo che dovranno pagare i cittadini. E gli stessi dispositivi di lettura ai valichi di frontiera e quelli di rilievo e memorizzazione dei dati nei commissariati e consolati costituiscono una tecnologia poco costosa e facile da usare. Forse dovremo spendere più tempo che denaro, avendo la pazienza di fornire all’operatore di polizia le impronte digitali del nostro dito indice e permettendogli la lettura delle parti strutturali della nostra faccia. Qualche minuto da perdere inizialmente a fronte di una maggiore tranquillità acquisita per quando saremo in viaggio.
01/02/2004