Annalisa Bucchieri

L’Italia dei “campioni”

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Le ricerche demoscopiche sono in espansione. Agli italiani si chiedono opinioni su tutto: dai servizi ai prodotti. I rischi dell'eccesso. Il barometro della fiducia nelle istituzioni

L’Italia dei “campioni”

L’amore fra persone di diversa classe sociale, gli italiani e il gusto, motivazioni del cliente sull’acquisto degli arredo bagno, la raccolta differenziata dei rifiuti a Lodi: sono solo alcuni degli oltre cento sondaggi effettuati negli ultimi tre mesi. Se Alexandre Dumas padre scriveva nell’Ottocento “Le opinioni sono come i chiodi, più vi battete sopra e più quelle penetrano”, oggi si può tranquillamente dire che la nostra patria è un gran menare di martellate, tanto da essersi meritata l’appellativo di “repubblica dei sondaggi”. Eppure l’Italia è la nazione occidentale che li ha più a lungo ignorati.
Nati negli anni Trenta in Usa, nel Paese che per primo ha sviluppato il libero mercato, la competitività e la democrazia di massa, i sondaggi hanno attecchito da noi solo negli anni Cinquanta, passata la dittatura e la guerra. Ma solo dal ’92 in poi hanno fatto ingresso prepotentemente sulla scena politica italiana, perché allora, dopo Tangentopoli, il quadro politico si è semplificato con l’avvento del bipolarismo e del sistema maggioritario.
“Nel sistema proporzionale, quello con il quale si è votato per 45 anni nel nostro Paese, il senso di appartenenza a un partito prevaleva, quindi serviva a poco fare gli exit poll – sostiene Sandro Rinauro, docente di geografia umana all’università di Milano – La popolazione italiana non era soggetta agli effetti di trascinamento frequenti tra gli elettori degli Stati Uniti, disposti a riconsiderare il proprio voto a ogni consultazione scegliendo l’uomo più che il partito. In sostanza prima era più facile sapere cosa pensasse la gente. Oggi invece la massa non ha più sistemi di riferimento fermi e si affida all’attualità, alla situazione contingente piuttosto che a ideali atemporali. Aumentando la volubilità è aumentato il ricorso ai sondaggi, sfornati come rosette quasi quotidianamente”.
Secondo Laura Schiaffino dell’Assirm, Associazione tra istituti di ricerche di mercato sondaggi di opinione e  ricerche sociale, a un uso maggiore dello strumento demoscopico in Italia ha contribuito l’espansione del libero mercato: “Lo conferma il fatto che prevalgono le committenze delle aziende e delle università, e ult ...


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01/06/2004