Pino Bianco
Le mille anime della moto
Sono tanti, spesso riuniti in associazioni dai nomi strambi, ma amano tutti le due ruote. Ecco la radiografia dei biker italiani
C’chi la vuole naked (nuda), e chi la preferisce coperta di trine e merletti o dei loro equivalenti: cromature, borchie, serigrafie, fari e faretti, navigatore satellitare e stereo. Chi la vuole veloce e chi cerca la comodità. Il popolo dei motociclisti, che con la bella stagione hanno tirato fuori dalle rimesse i loro mezzi, è divertente perché vario. Non esiste un motociclista tipo come, per fortuna, non esistono persone tutte uguali. L’unico tratto in comune è forse quello descritto da Robert Pirsig nella bibbia dei biker acculturati, Lo Zen e l’arte della manutenzione della motoclicletta, storia di un viaggio dal Minnesota al Pacifico, scritta nel 1974 e ancora in tutte le librerie. Scrive dunque Pirsig: “Se fai le vacanze in motocicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi dal finestrino non è che una dose supplementare di tv. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più...”.
I matti dell’Elephant Treffen
Voglia di viaggiare dentro il paesaggio, dunque, e voglia di libertà. Spesso per motivi economici come ci racconta – è uscito di recente – il film I diari della motocicletta: Ernesto “Che” Guevara giovane medico, in giro con un amico, sulla Norton chiamata La poderosa II, sulle strade-piste dell’America meridionale degli anni ’50. Un altro viaggio che segna il passaggio da gioventù a maturità, con un amico con il quale condividere scoperte, entusiasmi e disagi. La moto è sempre meglio in compagnia perché, come ha detto qualche saggio viaggiatore, “Il nostro motto è piano, ma pieni. La moto è il miglior mezzo per spostarsi da una tavola all’altra”. E davanti al cibo, ess