Pino Bianco
Giochi blindati
Un miliardo e 200 milioni di euro spesi per la sicurezza. I consigli dell’esperto statunitense. Settantamila uomini, centinaia di telecamere. La vigilia costellata da piccoli attentati
L’aeroporto è un aeroporto vero, funzionale ed efficiente. Ma appena fuori i guai sono i soliti: gli autobus impiegano un’ora e mezza per arrivare in centro, i tassisti sono come sempre prepotenti e tendenzialmente prevaricatori nei confronti del cliente, il traffico è caotico e indisciplinato, l’autostrada per la città, che dovrebbe essere già finita, è ancora piena di strettoie e cantieri. A meno di un mese dall’apertura dei Giochi olimpici, in Atene agli sforzi, notevoli e dispendiosi, di cambiare volto alla città si mescolano le antiche abitudini mediterranee all’improvvisazione gioiosa, alla fiducia di risolvere tutto in tempo e alla resistenza a ogni cambiamento.
Tassisti e anarchici
I quindicimila tassisti, per esempio, sono sul piede di guerra perché il comune non gli concede un aumento di tariffa per i viaggi da e verso gli impianti olimpici, vuole obbligarli all’uso del tassametro abbandonando la pratica della contrattazione verbale, e perché molte strade saranno presto riservate soltanto agli autobus e ai mezzi olimpici. Minacciano uno sciopero. Sciopero già effettuato, con disagi per i turisti pre-olimpici, dai precari dei musei e dell’aeroporto, che chiedono, dopo anni di contratti a termine, di essere assunti. Tiene duro il sindaco Dora Bakoyannis, protagonista, insieme alla responsabile dell’organizzazione Gianna Angelopoulos Daskalaki, di queste febbrili settimane di vigilia.
L’evento, i Giochi olimpici che tornano dove sono nati dopo il 1896, prima edizione nell’epoca moderna, è naturalmente uno straordinario palcoscenico internazionale per chiunque abbia voglia di farsi notare e non soltanto per meriti sportivi. La primavera di Atene è stata costellata da una piccola serie di attentati di modesta entità, tutti attribuiti a non meglio specificati gruppi anarc