Giorgio Silvi
Insieme è meglio
Si rafforza la cultura del coordinamento con la nascita a Roma del Polo anticrimine interforze. Una struttura che accoglie 1.500 investigatori
Quello che la Germania ha già fatto con il Bka (Bunderskriminalamt) e che il Governo britannico si appresta a concretizzare a Londra, con il Soca (Serious organized crime agency), anche in Italia da più di un mese è una realtà. Si chiama “Polo anticrimine interforze” e si trova nel moderno complesso dell’Anagnina a Roma, un serpentone bianco di 46 mila metri quadrati con vista sui Castelli Romani.
La scelta logistica del ministero dell’Interno, comportando il trasferimento fuori il raccordo anulare di numerosi uffici del Dipartimento della pubblica sicurezza, premia senz’altro il principio del decentramento urbanistico della Capitale e del decongestionamento del Viminale. Ma ha una valenza concettuale ancora più importante: dare alla cultura del coordinamento una casa dove poter crescere e svilupparsi.
Qui sono stati riuniti, infatti, tutti gli uffici a composizione interforze: Direzione investigativa antimafia, Direzione centrale per i servizi an