Giulia Bertagnolio

Le piccole mani del lavoro nero

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Sono milioni i bambini che vengono sfruttati nel mondo. Un dramma che non risparmia l’Italia

 Le piccole mani   del lavoro nero

Hanno nomi che ricordano le dolci terre d’oriente e l’incanto dei tramonti africani: Kahanan, Jasmin, Sena, Mahesh. Cuciono palloni fino a notte fonda in condizioni disumane, imbastiscono tappeti chini a terra per ore, raccolgono cacao sotto il cocente sole equatoriale, cercano pietre preziose scavando fino allo stremo nelle cave buie e pericolanti in cui perfino gli adulti più avidi hanno paura a entrare, lucidano pentole con l’acido solforico sfregandole con piccole mani troppo segnate per essere quelle di un bambino. Sono 210 milioni i minorenni che lavorano nel mondo; i “piccoli senza giochi” obbligati a produrre il benessere per i loro coetanei  borghesi in un agghiacciante circolo vizioso fatto di soprusi, poco cibo, tanta paura, bisogno. E la cosa più sconvolgente è che quelli sfruttati dalle imprese e nelle coltivazioni appartengono all’élite dei più fortunati. Gli altri, quelli che non hanno né presente né futuro ma solo un passato impossibile da cancellare, non sono nemmeno più esseri umani ma solo merce. Oggetti del sesso, umiliati dalla prostituzione e dalla pornografia. Macchine da guerra mandate al fronte con in mano un fucile e poi dilaniate da pallottole più veloci delle loro gambe. Oppure corpi da destinare al fruttuoso mercato della compravendita di organi.
L’Organizzazione mondiale del lavoro ha fatto luce sulla situazione nel corso di un convegno organizzato di recente dal governo italiano a Roma, a Villa Aldobrandini: oggi, nel mondo, ogni cento ragazzini sedici lavorano. Il 29 per cento di loro viene dall’Africa, il 19 dall’Asia, il due per cento dall’evoluto Occidente.
Cause e responsabilità della piaga mondiale sono state messe in evidenza con chiarezza nell’ambito del recente Children’s world congress on child labour, allestito e progettato dall’organizzazione Global march against child labour mani tese e dai sindacati confederali. Forze impegnate a fondo nella lotta allo sfruttamento dell’infanzia, d’accordo all’unanimità su un concetto di base: finché un adulto che cuce palloni sarà pagato meno di due dollari al giorno, suo f ...


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01/08/2004