Otello Lottini*
Tra arte e istituzioni
L’Istituto superiore di polizia si arricchisce di opere che ne fanno un luogo capace di esprimere i valori della sua attività formativa
Gli interventi di Mario Ceroli, realizzati nell’Istituto superiore di polizia a Roma, sono espressione di un grande talento creativo e, insieme, di una acuta sensibilità verso la vita istituzionale del nostro Paese, che si configurano come un evento artistico di straordinaria qualità funzionale e simbolica.
Essi costituiscono un complesso progetto ideativo e realizzativo, articolato su quattro importanti strutture dell’Istituto, ognuna delle quali costituisce un microcosmo, che contiene, in condensazione, la sostanza del discorso artistico generale.
Gli ambienti interessati racchiudono, emblematicamente, le funzioni essenziali di questa Istituzione di eccellenza formativa della polizia italiana: la Cappella, cioè la dimensione spirituale della vita collettiva (l’esperienza religiosa), il Sacrario, la dimensione della continuità storica (il luogo della memoria) la Sala delle conferenze (la formazione tecnica e intellettuale) e il Convivio (il nutrimento del corpo e la dinamica associativa).
La simbologia delle opere
Con il Sacrario, adiacente alla Cappella, che raccoglie le lapidi dei caduti dal 1860 a oggi, Ceroli realizza una costruzione geometrica, mediante coordinate verticali e orizzontali, suddivise in piccoli rettangoli, resi visibili dall’uso strategico della gradazione della luce, i cui movimenti mettono in moto la macchina del tempo ed esorcizzano la perdita della memoria.
Si tratta di un’opera di raccolta suggestione emotiva, che vive di un profondo silenzio parlante, in cui, attraverso il ricordo, i destini individuali costituiscono la testimonianza della continuità storica del Corpo di Polizia e del sacrificio dei suoi uomini al servizio del Paese.
A sua volta, la Cappella, interamente rinnovata da Ceroli, esprime e rende visibile una profonda atmosfera spirituale e trascendente. Le immagini e lo stile delle opere pittoriche e scultoree, realizzate con l’uso sapiente del legno e del vetro, sono, essenzialmente, volume, trasparenza, colore: le tonalità dell’esplicitazione visiva, la ricerca del contenuto intrinseco delle forme, la costruttività delle immagini e dei volumi sono i motivi principali della dimensione cultuale e devozionale della splendida interpretazione artistica della Cappella.
Il Convivio è una libera e animata combinazione di forme, di immagini plastico-coloristiche e di disegni, nonché di materiali d’arredo, artisticamente elaborati e centrati su una raffinata funzionalità.
A sua volta, la Sala delle conferenze dedicata all’ex capo della Polizia prefetto Vincenzo Parisi, si raggiunge da un ingresso e attraverso un corridoio, alle cui pareti Ceroli ha collocato suggestivi collage, tratti da iconografie di uomini in divisa. Essi sono presenti come quinta anche sul proscenio della Sala, dove una caratteristica e originale forma del tavolo dei relatori e delle sedie, arricchisce la prospettiva artistica dell’ambiente, potenziandone la suggestione estetica.
Polizia ed espressione creativa
contemporanea
Per la varietà degli interventi, la durata temporale (oltre un anno di lavoro), la qualità artistica e gli effetti di trasformazione degli spazi dell’Istituto superiore di polizia, questo progetto di Ceroli costituisce una delle più importanti realizzazioni artistiche degli ultimi anni.
Esso nasce dal dialogo e dalla collaborazione tra il vertice della Polizia di Stato Giovanni De Gennaro, il direttore dell’Istituto Mario Esposito e il maestro Mario Ceroli, il quale ha messo a disposizione della polizia il suo talento creativo. Con un gesto di generosa donazione e di convinto sostegno, intende sottolineare il suo senso di riconoscenza per la fondamentale funzione che svolge la Polizia di Stato nella vita democratica del nostro Paese.
Questa impresa artistica delinea un modello positivo e inedito dei rapporti tra le Istituzioni dello Stato e l’arte contemporanea, qui rappresentata da uno dei suoi più autorevoli esponenti, largamente rinomato e apprezzato a livello nazionale e internazionale.
Essa nasce nel reciproco rispetto dei ruoli, per cui i vertici delle Istituzioni della polizia assumono la finalità della libertà creativa dell’artista-cittadino Ceroli, come valore condiviso, il quale, a sua volta, come cittadino-artista assume le finalità istituzionali, formative, di rappresentanza e di qualità formale dell’Istituto, come propri obiettivi, dando risposte sul piano che gli è proprio, che è quello creativo. Per cui, nel trasformare lo spazio in una superiore sintesi, insieme civile e artistica, fonda la sua libertà ideativa e realizzativa sull’etica della responsabilità.
Con il suo gesto creativo, Ceroli dimostra il legame profondo che lo lega alle Istituzioni dello Stato e suggerisce una concezione nuova di impegno e di partecipazione degli artisti, dando un diretto contributo culturale all’affermarsi di una società più moderna e più democratica.
Il maestro vuol significare la convinzione che anche l’arte e la cultura sono importanti per lo sviluppo complessivo del nostro Paese e, come non accadeva da molto tempo, agli artisti e anche agli intellettuali italiani, si propone come un grande artista civile e nazionale.
Si tratta di un importante segnale di riconciliazione dell’arte contemporanea con le Istituzioni dello Stato, che, nelle sue esperienze più avanzate e moderne (come dimostra, appunto, Mario Ceroli) è ancora in grado, con le sue intuizioni e risorse creative, di elaborare valori positivi e nuovi orizzonti di senso.
La forma come sintesi
di materia, luce, colore
L’intensità plastico-simbolica delle opere e la dimensione funzionale degli interventi di Ceroli dipendono dal fatto che sono state pensate appositamente per quel luogo, per quello spazio, per quelle persone che lo frequentano. Perciò, le soluzioni formali adottate per i singoli ambienti sono integrate nella funzionalità sociale e collettiva, come luoghi del vissuto istituzionale, ma senza che mai venga meno il rigore del suo linguaggio artistico.
Progettando gli interventi e realizzando le opere, Ceroli riunisce in sé la visione dell’architetto, che modifica le strutture date e realizza oggetti funzionali, dello scultore che modella le masse e i volumi e del pittore, che qualifica le superfici, mediante il colore, con il conseguente e significativo cambiamento dell’immagine complessiva degli spazi dell’Istituto.
Pertanto, la dialettica tra il piano della risposta a esigenze pratiche e di vita quotidiana e il piano della espressività visiva e della significazione estetica, è centrata sui valori di integrazione e di socializzazione. Essi consentono all’artista di raggiungere un peculiare dinamismo funzionale, che sostituisce e supera la statica rappresentatività del “monumento”.
In questo senso, l’arte di Ceroli, per le profonde e peculiari modalità creative e realizzative, provoca nel fruitore nuove emozioni e nuovo sapere, suscitando una vitalità organica potenziata, una espansione virtuale di energie e una liberazione della fantasia e dell’immaginazione.
Ceroli progetta la forma come sintesi di materia, luce, colore, ne seleziona i valori essenziali, che, come strumenti di precisione, inserisce nella realtà degli ambienti su cui interviene, consentendo al fruitore una percezione più lucida del reale e avvolgendolo in un’atmosfera estetica diffusa, che ne aumenta il benessere psico-fisico, al di là delle frivolezze o delle stravaganze espressive, che spesso ci circondano nella vita quotidiana.
Un patrimonio destinato a durare
Con le sue opere d’arte, infine, Ceroli produce oggetti-valore come modelli ideali, in una visione umanistica e spirituale della vita e della cultura. Essi sono destinati a costituire un patrimonio da curare, da conservare e da tramandare alle generazioni future.
Mentre oggi lo sviluppo tecnologico-industriale crea prodotti anonimi, standardizzati, ripetuti in serie illimitate, che sostituiscono l’oggetto individuato e individuante, fatto dall’uomo per l’uomo, questi pezzi unici sono espressione di un’arte che si avvale di tecniche, anche industriali, raffinate e precise, ma sempre subordinate alla fantasia dell’artista, che sa far emergere e valorizzare anche il lavoro sapiente dell’artigiano. Ceroli, anzi, riesce a realizzare una straordinaria sintesi delle arti maggiori (pittura, scultura, architettura) con quelle minori (artigianato, tessuti, materiali), intesa come principio formale, in cui confluiscono diverse esperienze, guidate dalla sua visione artistica e creativa.
* Professore della Facoltà
di lettere e filosofia
dell’Università degli studi Roma Tre