Franco Cosentino

Baschi celesti in Kosovo

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Rivestono delicati incarichi all'interno della forza multinazionale. Sono i poliziotti italiani in missione nel cuore della ex Jugoslavia

Baschi celesti in Kosovo

Sono solo 33 ma i loro baschi celesti spiccano sempre durante la Festa della polizia e la parata del 2 giugno. Sono gli International police officer della Polizia di Stato inquadrati nella forza multinazionale di pace Unmik (United nations mission in Kosovo) e presenti nella Piana dei corvi (questa la traduzione dal turco antico della parola Kosovo) dal 1999.
Un contingente da record per la polizia quello di Unmik. Sono i primi poliziotti italiani a essere inquadrati in una forza Onu; sono tra i meno numerosi eppure quasi tutti ricoprono incarichi di comando in seno a un contingente di oltre quattro mila uomini provenienti da 47 nazioni diverse.
Purtroppo tra i record c’è anche il primo morto della Polizia di Stato impegnato in una missione umanitaria all’estero; si chiamava Marco Gavino ed è morto a bordo di un aereo precipitato nei pressi di Pristina nel novembre del 1999.
Ma cosa ci fanno 33 poliziotti in una regione grande come l’Abruzzo, distante dall’Italia quattrocento chilometri? “Indagini soprattutto – ci dice il responsabile del contingente, il commissario capo Antonio Evangelista – l’attività info-investigativa è predominante ma ci occupiamo anche più banalmente delle infrazioni penali al codice della strada. Al mio arrivo, nel 2000, il problema più grave erano gli omicidi; i cadaveri delle persone assassinate nel corso di faide a causa del loro numero, venivano accantonati lungo il muro perimetrale dell’ospedale. Attualmente mi occupo di intelligence – continua il funzionario – coordino le attività delle unità specializzate per evitare che, su di una persona indagata, si duplichino le attività investigative. Droga, prostituzione o terrorismo sono spesso attività riconducibili alle stesse persone”.

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01/10/2004