Annalisa Bucchieri
Imbarazzi anagrafici
Non tutti sono felici del proprio nome e cognome. In Italia ogni anno vengono fatte centinaia di richieste di modifica. Facilitate dalla nuova procedura
In un mondo dove ormai è concesso modificare fisicamente tutto di se stessi, perfino il sorriso – il cosiddetto oral design costa circa 800 euro a dente! – l’ultima difesa della nostra identità rimane legata al nome e cognome, inscalfibili fin dalla nascita. La trafila che impone la legge in Italia a chi voglia modificare la propria dicitura anagrafica è una garanzia contro decisioni umorali e non ben ponderate proprio perché un cognome non è un abito da cambiare a seconda della moda. Passi in avanti sono stati fatti, però, per agevolare chi certo non è stato fortunato ad aver ereditato un cognome che contiene sfumature oscene o spregiative. Un decreto (il dpr 3/11/2000 n. 396) ha sveltito il vecchio e farraginoso, oltre che costoso, iter burocratico di modifica, spostandone le competenze dal ministero della Giustizia a quello dell’Interno.Secondo i dati forniti dai Servizi demografici del Viminale dal 2002 fino ai primi mesi del 2004 sono state circa 2.700 le richieste di cambiamento di cognome arrivate da tutta Italia. Il 90 per cento ha avuto esito positivo. Le domande più frequenti riguardano l’aggiunta del cognome della mamma per motivi affettivi (15 per cento) o a causa dell’estinzione del cognome per mancanza di discendenti maschi (15 per cento); il cambiamento del cognome d’origine da parte di persone adottate (15 per cento). Numerose anche le richieste di anteposizione, per ...
01/10/2004