Annalisa Bucchieri

Attacco alla ’Ndrangheta

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La ’Ndrangheta è tra le organizzazioni criminali più potenti, tanto da portare Interpol a creare il progetto I-can

Mario Palamara, Vittorio Raso, Luciano Camporesi vi suggeriscono qualcosa? Pochissimi italiani ricordano questi nomi eppure sono tre fra i più pericolosi latitanti legati alla ‘Ndrangheta arrestati nell’ultimo anno. Boss nel pieno della salute e soprattutto della loro carriera criminale, scovati in dimore dorate all’estero mentre conducevano la bella vita e al contempo movimentavano tonnellate di droga e cifre da capogiro dopando l’alta finanza. Eppure, poco il risalto mediatico. Neanche la cattura di Rocco Morabito del 2019, che ha portato a sconquassare un’intera holding mafiosa calabrese in tutto il mondo, è riuscita a eguagliare il numero di servizi giornalistici, interviste, passaggi televisivi dedicati all’arresto di Matteo Messina Denaro. Non voglio dire che una vittoria dello Stato sia più vittoria di un’altra. Poiché, seppur malato e ormai fuori gioco, Messina Denaro rappresenta l’ultimo dei mandanti delle terribili stragi di Cosa nostra. La sua resa è simbolicamente molto importante. E riaccende i riflettori sulla mafia della quale si parla sempre troppo poco, quasi non continuasse a uccidere con avvelenamento a lento rilascio milioni di cittadini in Italia e nel mondo. Ma certo mi sento di affermare a gran voce che dovremmo dare altrettanta risonanza all’arresto dei latitanti ‘ndranghetisti. 

Dagli Anni ‘60 ad oggi Cosa nostra, Ca-­morra, mafie russe, sudamericane, asiatiche sono entrate nell’immaginario collettivo attraverso numerosi film e libri su di esse incentrati. Poco rappresentata invece la ‘Ndrangheta, più abile nell’operare low profile evitando attacchi frontali allo Stato. Ciò l’ha resa meno appetibile al racconto cinematografico e letterario e ha contribuito a non farla percepire in tutta la sua pericolosità. Perché, come ha affermato Jurgen Stock, segretario generale dell’Interpol, la ‘Ndrangheta è in cima alla classifica delle organizzazioni criminali più potenti al mondo. Tanto da portare Interpol a creare I-can, un dispositivo ad hoc per la caccia ai capibastone della Santa, alla cui guida non poteva che esserci per esperienza e conoscenza del fenomeno, un superpoliziotto italiano, il vice capo della Polizia Vittorio Rizzi.  

Il focus e la storia di copertina di questo numero l’abbiamo voluta dedicare alla cooperazione internazionale tra le forze dell’ordine italiane e dei 14 Paesi aderenti ad I-can capaci di tessere una fitta rete investigativa che di volta in volta stringe le sue maglie fino a prendere il pesce grosso di turno. Intelligence di alto profilo, undercover, tecnologie avanzate e forte determinazione stanno dando i frutti sperati.

03/02/2023