di Antonella Fabiani

A fianco dei ragazzi

CONDIVIDI

L’attività di comunicazione della Specialità impegnata con numerose campagne a sensibilizzare genitori, insegnanti e studenti sui pericoli nell’utilizzo della Rete

speciale3

Se fino a venti anni fa sentire un amico significava utilizzare il telefono di casa o le cabine telefoniche, se prima era importante vedersi e incontrarsi, se Internet non era così diffuso e non si sapeva neanche cosa fosse un selfie, oggi invece l’evoluzione tecnologica ha rivoluzionato totalmente il nostro modo di relazionarci: la Rete permette applicazioni di messaggistica istantanea e social network con i quali si può essere sempre connessi e comunicare con sms, mail, messaggi vocale o scritti in chat o semplicemente con uno stato su Twitter.

Il progresso tecnologico ormai da alcuni decenni influenza le giovani generazioni esercitando con i suoi strumenti un’enorme attrattiva per l’istantaneità con cui permettono di connettersi a una dimensione virtuale in cui si trovano amici, si condividono argomenti e discussioni, ci si sente meno soli. Tutti strumenti che, se da una parte regalano l’illusione di un’enorme facilità nel socializzare e comunicare  con altre persone, dall’altra nascondono tuttavia anche  rischi e pericoli, poiché quello stesso schermo che conduce alla dimensione virtuale spinge le persone a pensare che in quello spazio non esistano regole. Le regole invece esistono e, se violate, possono causare problemi e sofferenza in chiunque, adulti e ragazzi. Cosicché negli ultimi 20 anni a cambiare non sono stati solo i dispositivi sempre più sottili e maneggevoli ma anche le problematiche dovute al loro utilizzo. Ad esserne vittima sono stati e sono ancora soprattutto i giovani: neologismi come cyberbullismo sono nati per rappresentare nuove forme di violenza, vessazione, diffamazione e molestie che avvengono on line. Si tratta di un fenomeno molto preoccupante che, secondo i dati dell’Osservatorio nazionale adolescenza onlus e Skuola.net colpisce 1 ragazzo su 10, tra gli 11 e i 13 anni, mentre la percentuale scende (di poco) all’8,5% tra gli adolescenti tra i 14 e i 19 anni. Numero, quest’ultimo, in crescita rispetto alla rilevazione precedente (2016) che vedeva il dato al 6,5%. Anche il bullismo “off line” è un fenomeno ancora frequente e lo scorso anno ha interessato il 28% di adolescenti e il 30% di preadolescenti.

Parallelamente alla crescita sia della Rete che dei rischi ad essa collegati è cresciuto l’impegno e l’attività della polizia postale e delle comunicazioni nel promuover

...


Consultazione dell'intero articolo riservata agli abbonati

03/07/2018