Annalisa Bucchieri

Treni di confine

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Con l’energia prodotta in una giornata dal calpestio dei frequentatori delle stazioni ferroviarie si potrebbe illuminare lo stadio di San Siro per una partita di campionato di Serie A. Approssimativamente più di 5 milioni e mezzo di persone si spostano ogni giorno nel territorio italiano con il treno. Molti di questi sono turisti e stranieri che entrano nel nostro Paese proprio viaggiando sui binari. Le stazioni ferroviarie sono tra i luoghi più frequentati da persone di passaggio. Tutto avviene rapidamente, brevi pause per un caffè, l’acquisto di un souvenir dell’ultimo momento, un panino da portarsi in viaggio. Insomma piccole soste a fronte di tanto movimento. Mantenere sotto controllo luoghi di grande fermento e garantire la sicurezza sui treni in rapida percorrenza non è faccenda semplice. Spesso ignoriamo il grande lavoro svolto dalla polizia ferroviaria, soprattutto nelle zone di confine del nostro Paese che rappresentano un vero “mondo a parte”. Perciò con la curiosità che ci contraddistingue siamo andati a scoprire come si lavora al Compartimento Polfer del Friuli-Venezia Giulia. Abbiamo toccato con mano l’importanza dei controlli ai valichi di Villa Opicina (TS), Trieste e Tarvisio (UD), per individuare (e spesso salvare dal soffocamento) centinaia di immigrati che si nascondono nelle tramogge piene di cereali e granaglie. 

La rotta balcanica dell’immigrazione clandestina passa sui binari e da qui, con numeri sicuramente superiori a quelli degli arrivi via mare. Per affrontare e gestire il fenomeno è fondamentale la cooperazione con la polizia ferroviaria slovena. Cooperazione che si estende anche agli omologhi colleghi austriaci allo snodo di Tarvisio soprattutto per quanto riguarda la sicurezza dei passeggeri del Centro Europa che entrano in treno in Italia e viceversa. Da quest’ultima attività scaturisce la copertina di questo mese. Una signora sistema la sua valigia nel portabagagli della carrozza sotto gli occhi attenti e premurosi di un poliziotto italiano della Polfer e di una poliziotta collega austriaca. Storie di ordinaria cooperazione in una realtà straordinaria come quella di una zona di confine pur ricadente in Area Schengen, ma forse proprio per questo più delicata. La Polfer non ha mezzi appariscenti da riempire l’immaginario collettivo che tratteggia gli eroi all’inseguimento dei cattivi, ma la sua esperienza legata al treno ne fa una specialità “saggia”. Ne La coscienza di Zeno per rimanere in ambito triestino, per Italo Svevo il treno è un elemento ricorrente, simbolo del viaggio della vita.

09/06/2025