Cristiano Morabito

Al fianco del Papa

CONDIVIDI

La tutela del Pontefice sul territorio italiano è affidata all’Ispettorato Vaticano: donne e uomini che seguono il Santo Padre in ogni suo spostamento

att01 6-25

Quando, all’alba di una domenica di primavera, la notizia della morte di Papa Francesco ha iniziato a diffondersi, il mondo si è fermato. In un’epoca di notifiche istantanee e comunicazione senza sosta, il primo pensiero è volato in piazza San Pietro. 

Il cordoglio globale è stato immediato, ma dietro il lutto si è attivata una macchina organizzativa precisa, silenziosa e discreta: quella dell’Ispettorato Vaticano della Polizia di Stato che, in base ai Patti Lateranensi del 1929, ha il compito di tutelare il Sommo Pontefice durante la sua presenza sul territorio italiano, in costante sinergia con le forze di sicurezza vaticane.

Dal momento della scomparsa del Papa regnante fino all’elezione del suo successore, si è aperta una fase delicatissima, scandita da tappe fisse ma carica d’incognite: l’omaggio dei fedeli, l’afflusso di capi di Stato e autorità religiose, il conclave, la fumata bianca e infine la cerimonia d’intronizzazione del nuovo Pontefice.

Eppure, in mezzo a tutto questo, un’immagine è rimasta scolpita nella memoria collettiva: quella di migliaia di occhi rivolti al cielo, verso un comignolo. In un tempo in cui ogni notizia si consuma in pochi secondi su uno schermo, quel piccolo camino ha ancora il potere di fermare il mondo. Il nero e finalmente il bianco del fumo che esce dalla Sistina raccontano ancora tutto. E sotto quello sguardo incantato, centinaia di donne e uomini della sicurezza lavorano, instancabili e invisibili, per far sì che tutto si svolga in serenità.

Abbiamo incontrato il direttore dell’Ispettorato Vaticano, Antonino Messineo, per farci raccontare che cosa succede quando la storia chiama: «Erano le 7 del mattino quando arrivò una telefonata in cui si pensava di dover ricoverare il Papa di nuovo al Gemelli e poi subito dopo invece cambiò tutto. Ovviamente poi sul momento non si è saputo nulla, perché la notizia ufficiale la doveva dare il Vaticano, ma già avevamo intuito che probabilmente qualche cosa di grave fosse accaduto. Poi, poco dopo le 10, c’è stata la comunicazione ufficiale: Papa Francesco era tornato alla Casa del Padre».

Un lavoro particolare quello affidato alle 210 donne e uomini dell’Ispettorato, chiamati ad una vigilanza “discreta” ma costante per proteggere una personalità particolare, come quella del Pontefice, e allo stesso tempo per assicurare alle migliaia di persone che transitano e stazionano in piazza San Pietro di poter professare la propria fede liberamente e al sicuro: «La missione di un Papa – prosegue Messineo – è quella di stare vicino alla gente, di essere prossimo alle persone, il che significa che ovviamente noi questa sua missione gliela dobbiamo garantire in sicurezza. Quindi, le insidie sono molte di più, rispetto a quelle legate ad una personalità istituzionale di altro genere. Non si ha solo il problema dell’attentato, ma anche di persone che vogliono sfruttare un “palcoscenico” particolare per le proprie rimostranze. E quale migliore occasione, se non quella di farlo in piazza San Pietro durante lo spostamento del Papa su Roma, in altre città o durante un viaggio pastorale all’estero? Quando usciamo fuori da Roma in Italia partecipiamo numerosi comitati, visitiamo tutti i luoghi dove il Papa deve svolgere la sua missione e i percorsi; e tutto questo lo facciamo in costante e reciproco coordinamento con tutte le forze di polizia, dando consigli secondo quali siano le necessità del Santo Padre, perché poi alla fine siamo noi, insieme alla Gendarmeria Vaticana, il cerchio più ristretto intorno al Santo Padre».

Era nelle previsioni, era stato detto e scritto ovunque, sentendo i cardinali elettori prima dell’extra omnes che dà inizio alle votazioni per l’elezione del Pontefice e che di fatto chiude tutte le comunicazioni con l’esterno della Cappella Sistina, che sarebbe stato un Conclave breve. E così è stato, tanto che alla quarta votazione, sorprendendo un po’ tutti anche i media presenti in Piazza san Pietro, con 89 voti su 133 cardinali elettori, si è arrivati all’elezione di Papa Leone XIV: il primo Pontefice statunitense della storia come successore di Pietro. 

«Nel momento in cui abbiamo visto la fumata bianca – prosegue il dirigente dell’Ispettorato – abbiamo attivato immediatamente la “macchina della sicurezza” per gestire, oltre alla presenza delle persone già in piazza San Pietro, anche tutta la folla che sarebbe accorsa da fuori grazie al tam tam sui vari mezzi d’informazione, in modo tale da riuscire a assicurare un afflusso veloce in piazza, senza intoppi ma soprattutto garantendo comunque l’incolumità di tutti. Bisogna gestire anche la grande necessità che c’è anche di far trovare una piazza già piena al Santo Padre, che si affaccia al balcone».

La città di Roma, e in particolare la zona che gravita intorno alla Basilica di San Pietro e alla Città del Vaticano, sta vivendo un anno particolarmente intenso, con circa 30 milioni di pellegrini previsti durante tutto l’arco dell’anno giubilare e che dal 21 aprile scorso, data della scomparsa di Papa Francesco, al 18 maggio, giorno della cerimonia di intronizzazione di Papa Leone XIV, ha vissuto forse il suo culmine, in attesa del Giubileo dei Giovani che porterà nella Capitale dal 28 luglio al 3 di agosto più di un milione di ragazzi sulla spianata di Tor Vergata. 

«Dal 24 di dicembre 2024, giorno di apertura del Giubileo, ad oggi – osserva Messineo – su piazza San Pietro abbiamo gestito numerosi eventi, compresi i funerali di Papa Francesco e la cerimonia di intronizzazione di Papa Leone che hanno visto la presenza di centinaia tra capi di stato e di governo, regnanti e personalità di vario genere provenienti da ogni angolo del Globo. Possiamo contare che nello spazio delimitato dal colonnato della Basilica siano transitati circa 3 milioni e mezzo di visitatori, con una media giornaliera di 35.000 persone: come uno stadio di calcio di medie-grandi dimensioni, che in una città ordinaria comporta tutto un sistema di sicurezza incredibile e che qui viene gestito dall’Ispettorato Vaticano. È ovvio, non ci sono gli ultrà, ma tra i tanti pellegrini si può infiltrare chiunque, il che ci porta a dover tenere gli occhi sempre ben aperti. Questo possiamo farlo costantemente anche grazie ad una nuovissima sala operativa, le cui telecamere sono puntate su tutta la zona e che consentono agli uomini sul campo, gran parte dei quali in  borghese, di potersi attivare tempestivamente. Inoltre, qui all’Ispettorato, abbiamo una sezione che scandaglia il Web giornalmente e a fondo e che, grazie ad analisti particolarmente competenti, riesce a scovare anche la minima minaccia che corre sulla Rete e che potrebbe avere come oggetto la figura del Santo Padre».

Papa Francesco è stato un Pontefice che ha spesso rotto gli schemi e, soprattutto, il protocollo: episodi come quando si presentò in via del Corso a Roma per andare dal suo ottico di fiducia a cambiare gli occhiali erano all’ordine del giorno con il Papa argentino. Quotidianamente, la macchina dell’Ispettorato doveva attivarsi in tempi rapidi per assicurare la massima protezione, anche in situazioni “improvvise”: «Papa Bergoglio, sotto questo aspetto, ci ha fatto fare esperienza alla grande, quindi ormai siamo abituati alle improvvisazioni. Ricordo che il giorno dell’Immacolata, da piazza di Spagna (e per chi conosce un po’ Roma, sa che in periodo natalizio la zona del centro brulica di persone alla ricerca dei regali di Natale, soprattutto durante i fine settimana, ndr) Papa Francesco volle andare in via del Corso, a Palazzo Cipolla, dove c’era un quadro molto particolare che aveva voglia di vedere. Avevamo solo 20-30 minuti per riuscire a mettere in sicurezza il percorso e il luogo, ma grazie alla professionalità dei poliziotti dell’Ispettorato, siamo riusciti nell’intento. Capire come sarà da questo punto di vista con Leone XIV direi che è ancora un po’ prematuro – conclude Antonino Messineo – però già abbiamo avuto modo di capire qualcosa quando, poco dopo l’elezione, sabato 10 maggio scorso e con pochissimo preavviso, Papa Prevost ha voluto fare una visita al Santuario della Madre del Buon Consiglio a Genazzano, in provincia di Roma».

09/06/2025