Fabio Bolzetta*

Il Conclave nell’era dei social

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Un pontificato che affronterà le sfide dei cambiamenti prodotti dall’intelligenza artificiale

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Leone XIV è il primo Papa della storia ad avere avuto, prima dell’elezione, un suo personale profilo social. È salito al soglio di Pietro dopo aver percorso anche i sentieri dell’ambiente digitale. Un dato che ci offre la prospettiva di un’esperienza diretta maturata anche sui social media. D’altro canto, la stessa scelta del nome, come 267° pontefice, come ha spiegato rivolgendosi al Collegio cardinalizio, riflette direttamente l’impegno petrino assunto di fronte alle sfide alla società, prodotte dai cambiamenti introdotti dall’intelligenza artificiale, con il contributo della Chiesa nell’offrire il suo patrimonio di dottrina sociale, sulla scia dell’Enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Il Dicastero per la comunicazione ha confermato che il Papa ha scelto di proseguire la presenza dei profili ufficiali su X e Instagram. Sono stati riattivati i profili social Pontifex che, su X, raggiungono complessivamente 52 milioni di follower con post pubblicati negli account in nove lingue. 

Il primo Conclave dell’era dei social, d’altronde, ha confermato le opportunità e i rischi che affronta chi quotidianamente è impegnato nell’informazione e nelle comunicazioni sociali, come lo straordinario racconto spontaneo che ha inondato il Web con l’onda di affetto per papa Francesco e l’emozione per l’elezione di Papa Leone. Anche l’immediatezza del digitale, si è piegata allo strumento più analogico – il comignolo – come fonte silenziosa e paziente di informazione sull’avvenuta elezione. Il mondo è sembrato fermarsi e gli algoritmi hanno accompagnato le cascate spontanee di contenuti, assieme a quelli informativi professionali: mentre la Sistina era extra omnes e la Città del Vaticano offline per gli smartphone, all’esterno gli obiettivi del mondo circondavano il colonnato del Bernini, abbracciando idealmente i cardinali in Conclave. 

Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza gli operatori della comunicazione accogliendo la recente consuetudine dei pontefici eletti di incontrare le migliaia di giornalisti e comunicatori giunti a Roma per raccontare il Conclave. Il suo discorso, pronunciato lunedì 12 maggio, a pochi giorni dalla LIX Giornata mondiale delle Comunicazioni sociali, ci dona uno sguardo attento e consapevole rinnovando le sfide a cui anche noi, da comunicatori impegnati nel digitale, siamo chiamati: «Promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele”, in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici e faziosi». Perché, ha sottolineato Papa Leone: «La comunicazione non è solo trasmissione, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto». Lo sguardo è rivolto, in particolare, all’evoluzione tecnologica dove: «Questa missione diventa ancora più necessaria. Penso, in particolare, all’intelligenza artificiale col suo potenziale immenso, che richiede, però, responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità. E questa responsabilità riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali».

Il prossi

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09/06/2025