Simonetta Zanzottera
Un palcoscenico per Roma
Dalla fine dell’Età repubblicana e ancora oggi, nel bene e nel male, piazza del Popolo accompagna la vita quotidiana dei romani e non solo
Da sempre e ancora oggi piazza del Popolo, nel bene e nel male, accompagna la vita quotidiana dei romani. Ai tempi del Papa re fu tristemente nota come luogo per le esecuzioni capitali che, alla stregua di veri e propri spettacoli, attraevano sempre un ampio pubblico, poi per molti anni è stata protagonista di manifestazioni legate al carnevale. In occasione della corsa di Barberi, il momento più atteso di tutti i festeggiamenti carnevaleschi sulla piazza – che per l’occasione si riempiva fino all’inverosimile – venivano montati degli spalti per il pubblico. A un segnale dato, dall’obelisco posto al centro della piazza, decine di cavalli scossi, ovvero senza cavalieri, venivano lasciati correre da piazza del Popolo, lungo l’attuale via del Corso, fino a piazza Venezia.
Ancora oggi molto amata e frequentata dai romani la piazza offre i suoi spazi per spettacoli, eventi di vario genere e manifestazioni politiche. Ad aprile ha ospitato, come di consueto, la Polizia di Stato che ha celebrato il 173° Anniversario dalla sua fondazione.
Ma quali sono le vicende storiche e urbanistiche che hanno portato alla definizione della piazza odierna?
Soltanto verso la fine dell’Età repubblicana, la zona dell’attuale piazza del Popolo vide fiorire grandiose ville sulle pendici e sulla sommità del Collis Hortulorum – l’attuale Pincio – mentre la parte bassa era completamente inedificata. In età augustea la zona appariva solcata dalla via Flaminia, che era costeggiata da edifici funerari. Due grandi tombe, simili per forma e dimensioni a quella di Caio Cestio, erano collocate nel luogo dove oggi sorgono le due chiese di Santa Maria dei Miracoli e di Santa Maria in Montesanto; le due piramidi costituivano allora l’ingresso monumentale al Campo Marzio.
Nel III secolo, con l’inclusione della zona nella cinta delle mura aureliane, fu aperta la porta Flaminia, l’elemen