Massimo Brancati*
Tra storia e modernità
Tra le province più sicure di Italia, Potenza vanta un ambiente sereno e protetto grazie all’azione di controllo della città e di ascolto delle giovani generazioni da parte della Polizia di Stato
“Davanti a me si ergeva il piccolo capoluogo della Basilicata, come una fortezza a difesa degli abitanti di questa gola, e gli ultimi raggi del sole calante facevano risplendere nel modo più netto i contorni delle montagne”. Così Carl Wilhelm Schnars, archeologo, giornalista e viaggiatore tedesco vissuto nell’800, descriveva Potenza, immaginandola come una roccaforte a protezione di un contesto urbano in cui la contrapposizione di condizioni si traduceva in vantaggi: dalla marginalità emergeva una natura incontaminata, dall’isolamento una vivibilità innervata di genuinità, calore, amicizia e tranquillità. Quella tranquillità che oggi, a distanza di quasi due secoli, pur essendo impressa nel dna della città, va continuamente preservata dalle “mutazioni genetiche” di cui sono portatori il crimine e le devianze.
Secondo una graduatoria stilata da un’inchiesta de Il Sole 24Ore, Potenza è tra le province più sicure d’Italia. Meno reati e meno denunce per effetto di un’ancestrale indole benigna dei residenti, ma anche di un puntuale e costante controllo del territorio: «I dati più recenti – evidenzia il questore Giuseppe Ferrari - confermano che il numero dei reati è tra i più bassi del Paese, un risultato che riflette l’efficacia della nostra azione e la collaborazione attiva della comunità. L’obiettivo è continuare a lavorare con costanza e impegno per mantenere e migliorare questo standard di sicurezza, garantendo un ambiente sereno e protetto per tutti».
Potenza e la sua provincia di 100 comuni costituiscono un territorio vasto e con una geomorfologia complessa. Garantire controlli e sicurezza non è facile. La richiesta della presenza sul territorio della Polizia di Stato è in costante crescita e la questura risponde all’appello grazie all’impegno e alla dedizione degli agenti: «L’apporto di tutto il personale che opera con spirito di sacrificio e disponibilità incondizionata e leale – dice il questore Ferrari – è fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi. Il mio ringraziamento va anche alle famiglie che spesso si debbono far carico degli onerosi impegni che il nostro servizio comporta».
Potenza città sicura, vivibile, esteticamente un po’ “spettinata”, con quei palazzi e rioni inerpicati su uno sviluppo urbanistico non sempre ordinato e lineare. In questo scenario - che l’architetto Renzo Piano definirebbe “casual” – trovano spazio creatività e innovazione. È il caso delle scale mobili - le più lunghe d’Europa, il “motore” della città verticale - e della recente operazione di recupero e valorizzazione dell’antica torre Guevara, costruita nel IX secolo d.C., segmento superstite del castello cittadino, impreziosita da una piazza creata ex novo e da un sistema di tecnologia immersiva attraverso il quale si diventa spettatori della Potenza del 1600, con i suoi edifici divorati dal tempo, le viuzze attraversate dai contadini e le strade impolverate che trasudano storia. Un’immagine lontana dal capoluogo di oggi, impegnato a rincorrere la modernità, a scrollarsi di