Antonella Fabiani

Le passioni di Vanina

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Oculista e autrice di gialli di successo. La creatrice della poliziotta a capo della Mobile di Catania parla del suo rapporto con la scrittura e della collaborazione con la Polizia di Stato

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Determinata, intelligente, coraggiosa ma con una vita affettiva complicata, il vice questore Vanina Guarrasi a capo della Squadra mobile di Catania e con un passato professionale turbolento, è una delle investigatrici più interessanti del panorama giallistico odierno. Frutto della fantasia della scrittrice siciliana Cristina Cassar Scalia che con Il castagno dei cento cavalli questa estate ha dominato la vetta della classifica dei libri più venduti per parecchie settimane. Raggiunta al telefono, l’autrice ci ha aiutato a entrare dentro l’affascinante mondo del vice questore Vanina e della sua squadra raccontando come sia riuscita a realizzare il suo sogno di scrivere storie di polizia. 

In Sabbia Nera del 2018 compare per la prima volta il vice questore Vanina Guarrasi, 39 anni, amante del cinema d’autore, della buona cucina  e soprattutto del suo lavoro di poliziotta. Quanto ci è voluto per costruire questo personaggio e quanto le somiglia?
L’unico tratto che abbiamo in comune è l’amore per il cinema d’autore, la sola passione che ho dato a Vanina che mi ha fornito una scusa per raccontarla. Ma oltre al piacere per il cinema e per la buona cucina, Vanina nella sua vita privata ha dentro di sé un macigno di dolore che si porta dietro da quando, a 14 anni, ha assistito all’uccisione del padre da parte della mafia. Evento tremendo che l’ha portata a diventare una poliziotta ma anche a voler lasciare l’uomo che ama, il magistrato Paolo Malfitano, dopo averlo salvato, per non dover più rivivere la stessa esperienza. Tutto ciò l’ha condotta a trovare un’isola felice a Catania dove riesce a stare lontana da quello che la fa stare male. Anche se poi nel corso dei nove libri Vanina si riavvicina al mondo che ha lasciato a Palermo...

Come mai ha scelto una donna come investigatrice?
Ho creato Vanina a immagine e somiglianza della poliziotta che avrei voluto trovare in un libro da lettrice, una donna con una carriera avviata e un ruolo importante. Quando nel 2016 ho cominciato a scrivere non c’era nessuna figura di investigatrice che le somigliasse nel panorama letterario e le ho dato le caratteristiche che a me piacevano. Ma non mi sono ispirata a nessuna poliziotta incontrata. 

Nei suoi libri ci sono molte descrizioni dei luoghi dove si svolgono le vicende? Sono realmente esistenti?
A me piace molto descrivere i posti dove si trovano i personaggi. Se sono inventati li creo come mi piacciono, se invece sono reali, come per esempio la casa dove abita Vanina, che appartiene a dei miei amici, il fatto di averla vista mi aiuta nella descrizione. 

Che tipo di collaborazione ha avuto dalla Polizia di Stato? 
All’inizio, quando ho cominciato a scrivere gialli le mie conoscenze in ambito di polizia si fermavano a quello che avevo letto nei libri e visto nei film. Così sono andata alla Mobile di Catania e anche di Palermo dove nel tempo ho avuto la possibilità di crearmi una rete di consulenti della polizia che mi hanno aiutata a scrivere le procedure delle indagini in modo corretto e a costruire storie credibili. Lì ho potuto verificare che il lavoro di gruppo è fondamentale per questo ho creato una squadra. Mi sembrava assurdo che Vanina potesse decidere tutto da sola,  quindi ho cercato di creare un ambiente il più verosimile possibile.

Alcuni dei componenti della squadra sono ispirati a dei poliziotti che ha incontrato? 
I personaggi sono tutti inventati,  al contrario mi è capitato invece di incontrare persone che somigliavano ai personaggi dei miei libri.  

C’è qualcosa dell’attività di polizia che non si aspettava?  
Mi ha colpito il fatto che i dirigenti di polizia a cui sottopongo le trame per sapere se siano credibili mi dicono che non mi rendo conto di quello che succede nella realtà, che la mia fantasia in confronto è niente. 

Esistono veramente i luoghi che compaiono nei romanzi?
Per la maggior parte esistono ma ad alcuni ho cambiato il nome. Il paese di Santo Stefano dove ha la casa Vanina si chiama in un altro modo,  siccome è un piccolo centro dove ci si conosce ho preferito evitare di citare i luoghi nel dettaglio. Ci sono solo tre persone nei miei libri che ho riportato con il loro vero nome e che esistono veramente a Catania: Nino, proprietario di una trattoria, Alfio, di un bar dove Vanina compra le sue molteplici colazioni la mattina e le siciliane (calzoni fritti riempiti di tuma e acciughe, ndr) la sera, e Sebastiano di un negozio di gastronomia. Sono tre personaggi reali che danno da mangiare a Vanina e a volte danno da mangiare anche a me. Invece per i luoghi prettamente di polizia sono andata alla Mobile di Catania a vedere il vero ufficio del dirigente perché per me era importante che Vanina e anche la sua squadra si muovessero in luoghi realistici. 

Oltre ad essere una scrittrice lei è un medico, precisamente un oculista. Il successo ha cambiato la sua vita? 
Sono riuscita a mantenere un equilibrio tra le due attività. Svolgendo il mio lavoro in modo indipendente riesco a dedicarmi alla scrittura e alle presentazioni senza troppi problemi. Diventare una scrittrice conosciuta e apprezzata da tanti lettori è stato sempre il mio sogno nel cassetto che si è realizzato inaspettatamente da qualche anno. Da ragazza lo credevo irrealizzabile e per questo avevo scelto di dedicarmi all’altra mia passione, la medicina, che reputavo più concreta per uno sbocco professionale. Ma alla fine è accaduto che oltre a fare il medico sono diventata anche una scrittrice. 

Le scadenze editoriali hanno cambiato il rapporto con la scrittura?  
Direi di no.  Ho lo stesso entusiasmo e convinzione che avevo all’inizio  nel voler raccontare  nuove storie. E nemmeno la programmazione dell’uscita dei romanzi ha intaccato questo rapporto. Provo sempre lo stesso divertimento e passione nello scrivere e questo penso i lettori lo avvertano. 

Dai suoi libri è stata tratta una serie in quattro puntate, Vanina un vicequestore a Catania,  (andata in onda su Canale 5 e ora anche su Mediaset Infinity). Le è piaciuta?
La trasposizione televisiva utilizza un linguaggio differente dai libri. Penso che l’attrice Giusy Buscemi si sia calata molto bene nel personaggio; nonostante la Vanina televisiva sia più giovane, bella e più magra di quella cartacea sono molto soddisfatta.  

Nella squadra della serie televisiva però manca qualcuno…
Si, il vice sovrintendente Fragapane, ma anche altre figure sono state riprese con caratteristiche differenti. Sono state fatte delle scelte narrative che corrispondono ai criteri con cui funzionano le fiction televisive.  

Come nascono i tanti nomi e i cognomi che troviamo nei suoi libri?
Me li invento (ride, ndr). Adotto anche un sistema, quello di aprire a caso un vecchio elenco telefonico e utilizzare i nomi e cognomi che mi piacciono, sempre con l’accortezza che nella realtà non appartengano a nessuno…meglio evitare!

Utilizza nella sua scrittura molte espressioni in dialetto catanese. Che tipo di scelta è stata?
È per rendere i personaggi più realistici. Ho inserito il catanese e il palermitano. Lavoro molto sulle sfumature delle lingue che sono diverse a seconda della zona dove sono parlate e anche dell’età di chi le parla. Ad esempio, il commissario in pensione Biagio Patanè che ha 83 anni e aiuta Vanina in tante indagini, nei momenti “di confidenza” parlerà facilmente il dialetto catanese e viceversa, laddove è più realistico il siciliano. Nei dialoghi utilizzo di tanto in tanto singole parole in catanese, proprio quando sono intraducibili .

La sua professione di medico l’ha aiutata nella descrizione, nella fisicità, nei caratteri dei personaggi? 
Penso di sì. I medici hanno a disposizione una tale galleria di caratteri umani che offre la possibilità, per chi come me fa anche lo scrittore, di poter rubare temperamenti, frasi, modi di fare. I personaggi sono un mix  finale di mille idee a cui mi sono ispirata guardando personaggi reali, televisivi e soprattutto molti film. Tutto questo arricchisce. 

È già nata la trama della prossima indagine di Vanina e della sua squadra? 
Sì… più o meno so quello che deve succedere: dove viene trovato il cadavere, la storia della vittima,  il movente, ma tutto il resto è come se lo scoprissi un po’ per volta insieme a Vanina. 

Generalmente scrive tutti i giorni?
In questo periodo sono stata in pausa. Tendenzialmente quando inizio un libro mi ci dedico quotidianamente preferibilmente a fine giornata perché di sera scrivo meglio.  

Ha molti lettori in Sicilia? 
Non lo so di preciso, credo ce ne siano tantissimi. Però siccome la Sicilia non è il posto dove si legge di più nel nostro Paese, non so in percentuale quanti siano. 

Qual è la cosa che le fa più piacere nel rapporto con i suoi lettori?
Quando qualcuno di loro mi dice che è venuto a Catania perché ha letto i miei libri.

07/11/2024