Gabriella Lo Feudo*
Un simbolo di stagione
Apprezzata per le proprietà e il sapore, la castagna si conferma la regina d’autunno e i suoi alberi centenari sono considerati dei veri e propri monumenti
Pane dei poveri, ghianda di Giove, cereale che cresce sugli alberi: sono queste e altre le definizioni che nel corso dei millenni sono state date alla castagna. Ne hanno parlato Teofrasto, Apicio, Senofonte e Marziale. È dal tempo dei Romani che il legno del suo albero è apprezzato per le caratteristiche di resistenza e pregevolezza che ancora oggi lo contraddistinguono. Non c’è persona che non abbia impressa nella memoria una giornata d’autunno pervasa dall’odore delle caldarroste e da una nonna intenta a prepararle. La castagna ha accompagnato l’infanzia di intere generazioni e ha sfamato, in tempi di carestia, numerose popolazioni. Non c’è borgo, paese o frazione che nei mesi di ottobre o novembre non organizzi una sagra dedicata. Le castagne derivano dai fiori femminili (solitamente 2 o 3),racchiusi da una cupola che poi si trasforma in riccio. Da un punto di vista botanico è un achenio (frutto secco con un pericarpo più o meno indurito e che contiene un unico seme, come la castagna, ndr.) e il suo albero, molto vigoroso e rigoglioso, castagno europeo (Castanea sativa), raggiunge dimensioni notevoli e può produrre per