Mauro Valeri
Cooperazione strategica
Intervista a Claudio Galzerano, direttore centrale dell'immigrazione e della polizia delle frontiere
Rotte migratorie, accordi con Paesi terzi, cooperazione internazionale per contrastare l’immigrazione clandestina e tutela dei diritti fondamentali nell’attività di rimpatrio: di questo abbiamo parlato con Claudio Galzerano che, dopo aver maturato una grande esperienza nell’Antiterrorismo italiano ed europeo, ricopre da due anni questo importante incarico.
Ci sono accordi in vigore con i Paesi che fungono da players principali nella dinamica dei flussi migratori?
Il Dipartimento della pubblica sicurezza coltiva da anni rapporti di collaborazione con i Paesi di origine o che si trovano lungo le principali rotte dell’immigrazione irregolare verso l’Europa. Nell’ottica di un approccio globale alla migrazione, infatti, è cruciale tenere in considerazione tutte le fasi del fenomeno, fin dalla sua origine e in tutte le sue implicazioni. Per questo motivo siamo in costante raccordo con i nostri omologhi dell’Africa Occidentale (in particolare Nigeria, Costa d’Avorio, Gambia e Senegal), con quelli del Nord Africa (Marocco, Libia, Tunisia ed Egitto) e ancora con alcuni Paesi asiatici coinvolti nei flussi migratori (Turchia, Pakistan e Bangladesh).
Con ciascuno di questi Paesi mettiamo in campo gli strumenti, giuridici e progettuali, più adatti al contesto geopolitico, istituzionale e di sicurezza. In alcuni casi si tratta di veri e propri accordi di riammissione, talvolta negoziati direttamente dalla Commissione europea; in altri casi, si tratta di accordi di cooperazione in materia di sicurezza che costituiscono la base giuridica per contrastare diverse tipologie di reati e attività illecite. Infine, in molti casi stipuliamo memorandum of understanding o intese tecniche, strumenti giuridici costruiti specificamente per singole attività di cooperazione, a seconda delle necessità di intervento che il mutare dei fenomeni migratori via via ci richiede.
È ancora in vigore il regime di protezione temporanea per i cittadini ucraini che fuggono dai luoghi di conflitto? Quanti ne abbiamo ospitati dall’inizio del conflitto ad oggi?
È tuttora riconosciuta la protezione temporanea agli sfollati dal conflitto russo-ucraino; sono poco più di 180mila i permessi rilasciati dalle questure.
Con quali attori si rapporta la Polizia di Stato affinché venga garantita l