Antonella Fabiani e Fabrizio Mustaro

La forza del coraggio

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L’11 luglio è venuto a trovarci Christian Di Martino il poliziotto accoltellato nel maggio scorso alla stazione di Lambrate a Milano

inter 8-9-24

Ci sono giorni nella vita che possono segnare il nostro  destino,ci sono dei giorni in cui accadono eventi terribili che mutano il modo di percepire l’esistenza, gli affetti, il lavoro, le persone che conosciamo. Uno di questi eventi che, se dovessimo scegliere non vorremmo mai accadesse, é capitato a Christian Di Martino, 35 anni, vice ispettore in servizio all’Upgsp della questura di Milano. La sera dell’8 maggio durante un intervento è stato accoltellato da un uomo, un marocchino di 37 anni in forte stato di agitazione alla stazione di Lambrate, a Milano. Ricoverato all’ospedale Niguarda ha subito due complicate operazioni, che ha superato con forte tempra. L’11 luglio scorso, Christian è venuto a trovarci all’Ufficio comunicazione istituzionale e noi di Poliziamoderna gli abbiamo chiesto cosa fosse successo quel giorno. Riportiamo la testimonianza di un poliziotto “eroe” che ha raccontato con voce e sguardo sereni come la passione per il suo lavoro gli abbia fatto sfidare il pericolo. Inutile dire che siamo orgogliosi di averlo tra i nostri nuovi abbonati.  

Come stai?
Molto meglio... dopo un periodo difficile sto recuperando. 

Cosa è successo la sera dell’8 maggio?
Io ero capo pattuglia della volante Zara, quando l’ispettore responsabile del settore Volanti mi ha inviato presso la stazione di Milano Lambrate per l’emergenza provocata da questo uomo che lanciava sassi contro le persone e i treni in transito. Appena arrivati sul posto abbiamo cercato di mediare nel miglior modo possibile e tranquillizzare l’uomo che, però, non era collaborativo e continuava a lanciare  sassi, uno dei quali ha colpito anche dei colleghi. Nonostante fossi riuscito ad avvicinarmi ad una distanza utile per utilizzare il taser, l’uomo non si è fermato e siamo entrati in colluttazione. Ha estratto un coltello, che aveva nascosto negli abiti, e mi ha colpito dietro la schiena con tre fendenti, dopodiché è scappato. Io, che ho avvertito solo del bruciore alle spalle, l’ho inseguito e fatto cadere a terra, poi immediatamente sono arrivati altri colleghi che lo hanno immobilizzato definitivamente.

Cosa ricordi di quei momenti?
Dall’arrivo dell’ambulanza all’ospedale saranno passati in tutto 5 o 6 minuti. In quei momenti mi è passata la vita davanti, ho pensato ai miei cari, alla mia ragazza, agli amici. Ho avvertito la forte vicinanza dei miei colleghi: mi sono detto che ce la dovevo fare e che non potevo deludere tutte queste persone. Alla fine è andato tutto bene.

Che emozioni hai provato?
È stata un’esperienza forte, ho avuto anche paura di essermi ferito in modo grave, comunque dentro di me ero abbastanza tranquillo perché ho sentito la vicinanza dei colleghi e l’ambulanza e arrivata immediatamente. Sono un poliziotto dell’Upgsp e interventi simili capitano molto spesso, e anche se gestiti al meglio può verificarsi un imprevisto come è successo a me. 

Hai subito un intervento di 5 ore che ha richiesto moltissime trasfusioni possibili grazie alla solidarietà di tanti colleghi. Quanto è importante questa generosità?
È fondamentale perché puoi salvare la vita alle persone. L’ospedale ha avuto la disponibilità di tantissime sacche anche grazie ai donatori. L’associazione Donatorinati è importante e se un giorno mi chiedessero di fare da testimonial mi farebbe molto piacere.

In che modo questa esperienza ti ha cambiato?
Mi ha dato più coraggio. Mi sento più forte di prima, più consapevole. La vicinanza delle Istituzioni, della questura di Milano, dei colleghi è stata bellissima e mi ha fatto immensamente piacere. Non mi sono mai sentito solo. Ho guardato in faccia il rischio che comporta fare questo lavoro, prima lo sapevo adesso l’ho vissuto sulla mia pelle. Sono riuscito a reagire nella maniera più giusta a questa situazione. 

Hai detto che la tua dirigente che oggi ti ha accompagnato, Annalisa Stefani, ti è stata vicino in quei terribili momenti...
Vedere in quei momenti che è il proprio superiore a venire lì vicino a te e a gestire le manovre di soccorso mi ha emozionato, ho pensato “cavolo il superiore è qui per me”, può sembrare una sciocchezza ma in realtà ti dà anche più forza.

… il vero spirito di squadra
Si è importante la squadra. Un poliziotto può essere bravissimo però i migliori risultati si ottengono insieme ai colleghi. 

Ritornerai al servizio operativo?
Questa esperienza ha rinforzato la mia voglia di tornare a fare il poliziotto in modo operativo sulla strada, dove posso fare indagini e partecipare agli interventi. Mi auguro di poter tornare al più presto sul campo.

Hai incontrato recentemente gli allievi agenti del 227° corso a Peschiera. Cosa gli hai detto?
Ho raccontato gli accadimenti e le emozioni che ho provato quando ero in ambulanza, e i valori della polizia che mi sorreggono. Ho detto che quello che ho fatto l’ho fatto perché il lavoro è la mia passione, perché me lo sentivo e che quando indosso la divisa la indosso con onore. Per me è importantissimo dare al cittadino una immagine prestigiosa della polizia per garantire la legalità e la sicurezza.

Sei stato ricevuto dal capo della Polizia e dal ministro dell’Interno. Come ti hanno accolto?
È stato emozionante essere ricevuto dai massimi vertici dell’Amministrazione. Il Capo ha voluto sapere dettagliatamente del mio stato di salute e del processo di guarigione. 

Anche il ministro mi ha fatto i complimenti e ringraziato per quello che ho fatto e per la bellissima immagine che sto dando della Polizia di Stato. 

09/09/2024