Maristella Massari*

Quell’angolo sul Mediterraneo

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Ricche di storia e tradizione, Taranto e la sua provincia, vivono una significativa trasformazione anche grazie alla presenza costante della Polizia di Stato

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Taranto ci crede. La capitale italiana dell’acciaio, sede di una delle più importanti basi navali della Marina sul Mediterraneo, oggi è determinata ad andare oltre la narrazione di città dei veleni, oltre il dissesto finanziario che la colpì nel 2006, oltre l’immagine di “cenerentola” della Puglia tra il capoluogo di regione Bari che ha preso il volo e Lecce, portabandiera di quel Salento ormai diventato un brand consolidato nel panorama internazionale. 

La città che domina e regala il nome all’omonimo golfo, oggi, grazie anche ad una costante e capillare azione di prevenzione delle forze dell’ordine, è tra i capoluoghi di Puglia più sicuri. Lo determinano le classifiche annuali che analizzano i dati e inanellano le percentuali della qualità della vita. I reati sono in calo e la morsa dei clan che afflissero la città con una sanguinosa guerra di mala a cavallo tra il primo e il secondo millennio si è allentata per effetto delle inchieste  di polizia giudiziaria giunte poi al traguardo di decine di sentenze definitive contro la criminalità organizzata. 

«Per arrivare a questi risultati è stata determinante la costanza nel lavoro – spiega il questore di Taranto, Massimo Gambino – Le classifiche sulla criminalità riportano Taranto in posizioni migliori rispetto ad altre realtà pugliesi, ma questo non ci deve far addormentare sugli allori. Qui l’attività di prevenzione, la conoscenza del territorio, il controllo, sono il nostro pane quotidiano». 

Il questore Gambino conosce bene la realtà di Taranto. Oggi è il numero uno degli uffici di via Palatucci. Ma negli ‘90 aveva già battuto la città da giovane commissario della Polizia di Stato. 

«Ho vissuto anche quella Taranto. Negli anni ‘90 venni qui con la Criminalpol per le indagini in seguito all’efferato omicidio del collega della Polizia Penitenziaria Carmelo Magli, a cui oggi è intitolata la Casa circondariale. Fui catapultato qui per quelle vicende e vedevo una Taranto buia, oscura. Le ciminiere del siderurgico all’epoca andavano a pieno regime. Quando sono tornato da questore, poco meno di 3 anni fa, invece, con mia grande sorpresa ho trovato una città in movimento, in fermento positivo. La criminalità era contrastata in modo abbastanza efficace. Era una città che si voleva impegnare a cambiare il suo destino. E dopo quasi 3 anni confermo ancora questa mia visione. Quello che le manca e che le auguro – aggiunge il questore –  è un impegno corale, la capacità di fare rete, squadra. Ed è quello che noi cerchiamo sempre ogni giorno di fare soprattutto per il bene di questa meravigliosa città. Taranto è un luogo ricco di storia e tradizione e sta affrontando un momento di grande cambiamento, una trasformazione significativa. Non solo la città, ma anche la provincia – aggiunge -. Penso alla zona della Valle d’Itria con i suoi trulli già meta rinomata di turismo, o al bellissimo mare della provincia jonica che quest’anno ha ottenuto ben 5 Bandiere Blu con Castellaneta, Ginosa, Leporano, Maruggio e la M

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11/06/2024