Francesca Stazzonelli
Cocktail chimico
Oltre che sul cibo, i fitofarmaci sono presenti nelle falde, nei terreni e danneggiano la biodiversità. I dati del rapporto “Stop pesticidi nel piatto” di Legambiente
Uno dei comparti più importanti per l’evoluzione umana è anche uno dei più inquinanti a livello ambientale. L’agricoltura convenzionale e quella intensiva si poggiano su un sistema che massimizza le rese per garantire il cibo necessario a sfamare miliardi di persone. Un sistema che usa massicciamente fertilizzanti e fitofarmaci: sostanze chimiche dal grande impatto sugli ecosistemi a tutti i livelli, e anche sull’uomo. La nuova edizione del rapporto di Legambiente “Stop pesticidi nel piatto” denuncia la forte presenza dei fitofarmaci in ciò che portiamo a tavola. Su 6.085 campioni di alimenti di origine vegetale e animale provenienti da 15 regioni italiane, l’1,62% è risultato irregolare, il 39,21% dei campioni presenta tracce di pesticidi seppur nei limiti di legge, mentre il 59,18% è risultato regolare e senza residui. «Quelli dell’ultimo rapporto sono dati in miglioramento rispetto agli anni passati, che però non vanno trascurati ma analizzati. Non bisogna abbassare la guardia», commenta Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente. A destare preoccupazione è il fatto che, anche se in dosi autorizzate dalle leggi, nel 15,67% dei campioni regolari sono state trovate tracce di un fitofarmaco e nel 23,54% di diversi residui compresenti. «Questa – aggiunge Gentili – è la percentuale da tenere in considerazione pensando ai possibili effetti additivi e sinergici sull’organismo umano del cosiddetto “cocktail di fitofarmaci”, dovuto appunto al multiresiduo». Ma la questione dei fitofarmaci e delle loro miscele non riguarda solo gli alimenti che arrivano sulle nostre tavole. Sono un problema per il suolo, l’aria, l’acqua e la biodiversità.
Acque inquinate
Uno studio della statunitense Cornell University stima che solo una percentuale variabile tra lo 0,1% e il 5% del pesticida applicato raggiunga l’organismo bersaglio, e che oltre il 50% si disperda al di fuori dell’area da trattare. La sostanza si diffonde nell’aria, penetra nel sottosuolo, percola e viene trasportata dall’acqua. I pesticidi si muovono agilmente come composti disciolti e finiscono non solo nei fiumi o nei