Vittorio Pisani*
Insieme oltre la paura
La vita del poliziotto è scandita ogni anno dalla Festa della Polizia; un anniversario che ferma per un attimo il rapido fluire dell’impegno quotidiano, per ricordarci quello che siamo, richiamarci alle attuali responsabilità e prepararci alle nuove sfide.
Un momento in cui tradizione e modernità si sovrappongono in un periodo complesso in cui l’instabilità internazionale alimenta la mancanza di fiducia per il futuro.
I conflitti in Europa e in Medio Oriente, le crisi climatiche, i disastri naturali hanno ulteriormente segnato la coscienza collettiva, già colpita da episodi, quali femminicidi, morti sul lavoro, violenza stradale e azioni di discriminazione e sopraffazione che turbano sempre più il nostro comune vivere sociale.
Un turbamento, una preoccupazione amplificati dalla mole informativa, proveniente da tutto il mondo, in cui siamo costantemente immersi e che alimenta naturali sentimenti di smarrimento e di paura che il poliziotto è chiamato a lenire, fornendo al cittadino rassicurazione e sicurezza.
Siamo consapevoli che non è semplice.
Sappiamo che l’assenza di sicurezza genera paura, che sia strisciante o manifesta, ma la paura è il nemico più pericoloso per l’esercizio di qualsiasi libertà.
Garantire il libero esercizio delle libertà individuali e assicurare al tempo stesso la sicurezza collettiva è il compito difficile a cui siamo chiamati.
In una democrazia che vogliamo avanzata, ereditata dai nostri padri, sicurezza e libertà non possono essere semplici parole depositate nei libri di scuola; la sfida è proprio quella di dare a questi termini ogni giorno un nuovo contenuto dettato dalle esigenze dei tempi.
È questo un obiettivo che nella quotidianità del nostro lavoro deve essere tradotto in azioni concrete, pur nelle difficoltà dei territori e dei servizi a cui siamo chiamati: dall’investigatore impegnato nelle indagini contro la criminalità e il terrorismo, al poliziotto che, a bordo di una Volante o di una pattuglia della Stradale, soccorre il cittadino, o il collega che, schierato in piazza e allo stadio, deve garantire la sicurezza dei manifestanti e dei tifosi.
Un mestiere quello del poliziotto che si evolve di pari passo a una società in costante mutamento e che, nell’era della digitalizzazione e dell’intelligenza artificiale, richiede una continua formazione e una contaminazione fra esperienza pratica e conoscenza scientifica delle nuove minacce.
Da qui la capacità delle nostre articolazioni organizzative di cogliere e indirizzare l’Amministrazione verso le nuove rotte, certamente più difficili e complesse, in quanto arricchite da nuovi compiti e da nuove responsabilità.
Ma, nel contempo, la nostra identità di forza di polizia a ordinamento civile rimane immutata, ponendoci al centro dei bisogni dei cittadini, con il bagaglio dei valori ereditato dalla nostra storia di 172 anni e dall’esempio delle nostre vittime, che, prima di noi a sacrificio della loro vita, hanno protetto le nostre comunità.
L’Anniversario rimane, comunque, un giorno di festa e, dunque in quanto tale, cari colleghi, trasmettete alle vostre famiglie e ai cittadini la gioia di essere quello che siamo e l’orgoglio di adempiere a quello che facciamo.
Auguri!
*Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza