Annalisa Bucchieri
8 marzo: agire subito
Celebriamo l’8 marzo lasciando le mimose sugli alberi e cercando invece di agire prima. Prima che si arrivi all’irreparabile. Prima che la tragedia si compia. Prima che l’assoggettamento psicologico e la perdita della propria dignità siano irrecuperabili. Prima che la violenza diventi la modalità consolidata di rapporto affettivo trasmessa ai figli.
Il compito arduo della prevenzione e dell’informazione sulla violenza di genere coinvolge sempre più anche la Polizia di Stato. Poliziotti e poliziotte non sono solo chiamati a investigare o ricostruire la scena del crimine che vede al centro una donna massacrata e uccisa, non solo a reprimere i terribili reati che colpiscono mogli, fidanzate, figlie, compagne di classe, colleghe di lavoro in quanto donne. Sono chiamati sempre più a lavorare in concomitanza e con gli altri attori sociali per leggere in tempo i prodromi di un comportamento che può diventare omicidiario e aiutare una donna a salvarsi. Perciò è fondamentale l’attività di formazione di chi opera “su strada” e di chi dirige: imparare a captare i segnali premonitori, ad accogliere una donna in difficoltà a qualsiasi ora, mai rimandarla indietro, mai lasciarla sola.
Sull’aspetto dell’accoglienza e dell’ascolto sensibile la Polizia di Stato sta lavorando alacremente. Su impulso del capo della Polizia, Vittorio Pisani, e della Direzione centrale anticrimine, si è dato il via all’organizzazione di corsi di formazione, tra cui quelli che vedono in aula le varie componenti operative insieme, il front office della Polizia di Stato: Divisione anticrimine, Volante, Squadra mobile. Di questi corsi dove si insegna a “fare rete”, a incrociare i dati, le segnalazioni e a trovare le parole giuste per guidare una donna in pericolo e a farle trovare il coraggio di denunciare, parliamo nel primo piano della rivista. Anche il cuore di questo numero, cioè l’inserto, è dedicato al fenomeno della violenza domestica e di genere e approfondisce tutti gli aspetti di rafforzamento, di aiuto per le vittime e altre modifiche importanti nel “Codice rosso”, introdotte dopo la tragica e barbara uccisione di Giulia Cecchetin, a Vigonovo, ed entrate in vigore il 9 dicembre dello scorso anno.
La copertina la dedichiamo a questo argomento che forse è diventato talmente presente nelle cronache nere quotidiane che rischia di farci abituare a uno strazio individuale, familiare e sociale insieme, come fosse inevitabile. Invece è evitabile. Tutti possiamo concorrere a farlo. Iniziando da un cambiamento mentale e culturale che porta a rispettare la donna e a riconoscere il suo valore in ogni rapporto sentimentale e non.