Paolo Borrometi*

Inciampi nella storia

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Tre nuove pietre poste davanti alla questura di Roma rappresentano il ricordo di Pietro Lungaro, Emilio Scaglia e Giovanni Lupis, poliziotti che si schierarono contro le barbarie del nazifascismo

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La Polizia di Stato (ancora una volta) prende posizione e decide di farci “inciampare” su tre storie che rappresentano l’insieme del tutto. Le storie di tre uomini in divisa, tre giusti, tre uomini liberi e coraggiosi che si schierarono, non si girarono dall’altra parte, seppero reagire alle barbarie: il vice brigadiere di pubblica sicurezza Pietro Ermelindo Lungaro, medaglia d’argento al valor militare alla memoria, trucidato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944; la guardia della Polizia dell’Africa italiana Emilio Scaglia e la guardia di pubblica sicurezza Giovanni Lupis, entrambi Medaglie d’argento al valor militare alla memoria, fucilati al Forte Bravetta di Roma il 3 giugno 1944, il giorno prima della liberazione della Capitale da parte degli alleati.

Dall’otto febbraio inciamperemo sulle loro storie, sul loro coraggio, sulla loro sofferenza e su quella dei rispettivi familiari. E non potremo dimenticare. Tre pietre d’inciampo (in tedesco Stolpersteine) trovano posto davanti alla storica questura della Capitale. Perché “Senza memoria non c’è futuro”, così come si chiama il progetto con cui il Viminale recupera la memoria di tutti quei poliziotti che, in un momento storico di estrema difficoltà, seppero reagire alle barbarie nazifasciste e soccorsero non solo gli ebrei per l’onore dell’Italia e la difesa dei valori di civiltà. «È una cosa meravigliosa che chiunque passi di qui possa fermarsi davanti a queste pietre e leggere il nome di mio padre e degli altri suoi colleghi che hanno dato la vita per la nostra libertà». È assai commosso, trattiene le lacrime a stento, il figlio di Pietro Ermelindo Lungaro, di cui porta il nome ma nessun ricordo, essendo nato dopo la sua morte. E lo dice davanti a chi questa iniziativa l’ha fortemente voluta: il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il capo della Polizia Vittorio Pisani, il prefetto Lamberto Giannini e il padrone di casa, il questore Carmine Belfiore.

«Mio padre faceva attività partigiana continuamente e rischiando. Quando mia madre gli diceva “Come facciamo?”, lui rispondeva “Non ti preoccupare, i nostri figli sapranno crescere” – racconta Lungaro, e con orgoglio poi aggiunge – Sono un figlio della Polizia di Stato e ai giovani poliziotti dico: cercate di vivere questi ricordi con molta partecipazione e soprattutto capite che i valori di libertà e democrazia, come ha ricordato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non sono consegnati dalla storia ma vanno continuamente vissuti e realizzati». Il vice brigadiere venne arrestato dalle SS la mattina del 12 febbraio 1944 all’interno della caserma della pubblica sicurezza “Sant’Eusebio”, poi condotto nella famigerata prigione di Via Tasso. Una fedeltà al suo ideale che pagò col prezzo più alto: torturato a lungo, non rivelò mai ai carnefici i nomi dei suoi compagni. E venne incluso – unico poliziotto – nell’elenco dei 335 detenuti fatti trucidare il 24 marzo da Herbert Kappler alle Fosse Ardeatine. 

Destino tremendo e simile a quello di Emilio Scaglia che il 10 ottobre 1943, con la banda Napoli del colonnello Salinari, tentò di contrastare gli occupanti tedeschi. Il 28 marzo dell’anno successivo fu arrestato dalle SS e, dopo un sommario processo, fucilato il 3 giugno, alla vigilia dell’arrivo dei soldati americani, a Forte Bravetta da un plotone della Pai, la polizia dell’Africa italiana, costretto ad eseguire l’odiato ordine sotto minaccia tedesca, insieme con il collega Giovanni Lupis, catturato con lui, con il carabiniere Fortunato Caccamo, il maggiore Costantino Ebat, il tenente pilota Mario De Martis e il sergente Guido Orlanducci. 

 E quello delle pietre d’inciampo (anche) davanti alla questura capitolina è «un gesto significativo – osserva il questore Carmine Belfiore – per quello che dovrà rappresentare per la memoria collettiva. Nulla deve essere dimenticato o cadere nell’oblio degli anni bui». Gli fa eco il “Capo” Vittorio Pisani, ricordando come analoghe iniziative siano state già intraprese in altre questure. Ed è così. Infatti pietre d’inciampo dedicate a poliziotti sono state collocate nella ricorrenza del “Giorno della memoria” del 2022, davanti alla questura di Trieste per ricordare due funzionari di ps Giovanni Palatucci e Feliciano Ricciardelli. Anche ad Aosta si inciampa emozionalmente, ricordando il commissario Camillo Renzi, deceduto in un lager nel febbraio 1945. Davanti alla questura di Udine se ne possono scorgere ben nove, a ricordo di altrettanti poliziotti, morti in diversi campi di concentramento nazisti: Filippo Accorinti, Alberto Babolin, Bruno Bodini, Giuseppe Cascio, Mario Comini, Antonino d’Angelo, Anselmo Pisani, Mario Savino, Giuseppe Sgroi. Infine a La Spezia, in memoria dei commissari Nicola Amodio e Lodovico Vigilante, della guardia Annibale Tonelli e della guardia ausiliaria Domenico Tosetti.

«Siamo orgogliosi di valorosi precursori del concetto di prossimità alla base dell’agire quotidiano delle donne e degli uomini della polizia di Stato», spiega l’otto febbraio scorso il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, dopo gli interventi del sindaco di Roma Roberto Gualtieri e della presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni. E a tratteggiare il “valore della memoria come elemento decisivo” per il presente. Un ricordo che non può essere solo un esercizio retorico, ma un pungolo che spinge l’intera società a interrogarsi. Porsi domande, impegnarsi contro l’indifferenza, contro il razzismo, contro le guerre che sembrano inesorabili, senza fine. La conoscenza come antidoto alla rassegnazione. E la Polizia lo ha fatto, ancora una volta, ricordando queste storie come volano per il presente e il futuro. Pietre senza retorica, non monumenti ma inciampi che ci mettono in connessione tra passato e presente, bloccano i rigurgiti revisionisti semplicemente con un passo e ci fanno riflettere. ϖ

* Condirettore Agi - Agenzia Italia 

11/03/2024