Giulia Martorana*
Impegno costante
Territorio ricco di un antico passato, quello di Enna, richiede di non abbassare mai la guardia contro le attività criminali sempre in agguato
Enna è terra interiore, non solo perché è l’unica provincia siciliana a non avere uno sbocco sul mare, è il centro geografico, l’ombelico della Sicilia. A Passarello, oggi Villadoro, c’era una delle più importanti stazioni di posta dell’Isola. Qui si incontravano i Tre Valli, Val di Noto, Valdemone e Val di Mazara, in cui la Sicilia è stata divisa dal 932 dcsotto Ferdinando I, fino al 1818. Una terra che lotta contro lo spopolamento e l’abbandono di aree che per millenni sono state fonte di vita. È stato il “granaio” dell’Impero romano e dell’Italia intera fino all’esplosione della produzione industriale. Oggi l’ennese fa i conti con la recessione del settore agrozootecnico, schiacciato dalla concorrenza dopo l’apertura al mercato globale e dall’insostenibile aumento dei costi di produzione. Molte aziende, non solo agricole, sono scomparse, anche se non mancano esempi di imprese che nel settore agroalimentare e della grande distribuzione sono diventate realtà economiche nazionali. L’ennese ha antichissimi insediamenti, come Assoro, piccolo centro che, fu fondata dai Siculi prima della nascita di Roma. Qui abitavano le divinità della Vita e della Morte, la dea Madre, la Cerere dei Greci e dei Romani e Plutone dio dei morti. E se da sempre in queste terre, dove si trova la porta degli Inferi, la donna è la dea Madre, il mito narra del più antico reato contro una donna. Plutone, invaghitosi di Proserpina, figlia di Cerere, la rapisce e la porta nel suo regno per farne la sua regina. C’è tanto simbolismo nel mito di Proserpina, non solo la violenza contro una donna, il rapimento e la costrizione, ma anche quel legame di dipendenza tra la vittima e il suo carnefice. Proserpina pur potendo tornare libera su quella terra di boschi e laghi, sceglie di rimanere per sei mesi nel Regno dei morti con lo sposo rapitore e per sei mesi sulla terra, con la madre Cerere, e le ninfe. Quando lei è nel regno di Plutone, la terra conosce l’inverno, ma al suo ritorno, la natura esplode prorompente con la primavera. «Ma la storia non sembra aver insegnato nulla ed una nuova e più invisibile guerra ci vede impegnati in prima linea – spiega Corrado Basile, da quattro anni e alla fine del suo mandato quale questore della provincia di Enna – quella per prevenire e reprimere la violenza di genere che rischia di diventare fenomeno preoccupante anche in questa provincia. La questura è attrezzata e sfrutta a pieno e proficuamente gli strumenti di prevenzione, di tutela e di contrasto che il legislatore ha posto nella disponibilità e nei poteri dei questori, quali Autorità provinciali di pubblica sicurezza. Soprattutto le misure di prevenzione, l’ammonimento ma anche l’adozione immediata di misure di tutela e vigilanza a salvaguardia della incolumità delle vittime. Le statistiche degli ultimi mesi sono impietose, soprattutto con riguardo ad alcune aree ben individuate di questa provincia che vedono coinvolto in prima linea il personale del commissariato distaccato di pubblica sicurezza di Piazza Armerina che, unitamente ai commissariati distaccati di Leonforte e Nicosia, è posto a presidio del territorio dell’intera area. È la Divisione di polizia anticrimine della questura la cabina di regia di questa continua e giornaliera gue