A cura della Direzione investigativa antimafia
@ON
La Rete operativa antimafia
1. Introduzione
di Renzo Nisi*
Poche cose a questo mondo posseggono la resilienza e l’intraprendenza della criminalità organizzata, realtà presente, con nomi diversi, in tutti i Paesi del mondo, la cui “visibilità” agli occhi dei comuni cittadini è inversamente proporzionale all’efficacia dell’apparato istituzionale deputato al suo contrasto.
Questa è la considerazione alla base di un progetto europeo, convenzionalmente denominato “@ON”, con cui la Commissione europea decide di fare qualcosa di concreto, se non per armonizzare gli apparati di contrasto (ogni Paese membro è ovviamente sovrano sull’argomento), quantomeno per agevolare lo sforzo delle diverse forze di polizia che devono confrontarsi quotidianamente con una piovra per sua stessa natura dal profilo internazionale e globalizzato.
Al di là delle frasi a effetto si pensi solo al traffico di droga che inonda le città europee e la cui produzione si sviluppa in Asia e Sud America, o al fenomeno dei migranti clandestini, vera e propria “carne da macello” nelle mani di trafficanti internazionali appartenenti ad organizzazioni strutturate che riescono a muovere migliaia di esseri umani facendoli arrivare in Europa dopo aver attraversato innumerevoli Paesi in diversi continenti.
Partendo da questi presupposti, il progetto @ON va a creare una rete, tra le forze di polizia che vi aderiscono, mettendole in condizioni di scambiare rapidamente informazioni circa le formazioni criminali internazionali su cui stanno investigando, utilizzando il canale Siena di Europol, creando di conseguenza, nella sede della polizia europea, un data base internazionale relativo al fenomeno della criminalità organizzata utile, a sua volta, a supportare le indagini della specie.
Il progetto si pone quale fine quello di finanziare le attività investigative della forza di polizia che ne faccia richiesta, quale che sia la nomenclatura della mafia su cui sta investigando ed indipendentemente dalla presenza di quella formazione criminale sul territorio italiano.
Il finanziamento va a coprire tutti i costi, diretti ed indiretti, di tale investigazione (dalle missioni all’affitto di strumentazione tecnologica sempre più necessaria allo sviluppo di questo tipo di indagini), fino all’invio di investigatori specializzati a supporto presso il Paese richiedente.
A fronte di tutto ciò la burocrazia richiesta è veramente poca cosa; ci piace dire che il progetto è stato pensato da investigatori per degli investigatori.
Al momento in cui mi trovo a scrivere queste poche righe, la Rete @ON annovera già 45 forze di polizia di 38 Paesi diversi (non soltanto europei poiché la mafia come detto si sviluppa in tutto il mondo).
Lo sforzo che, come project leader la Dia si accinge ad affrontare per il biennio 24/26, consisterà nel coinvolgere nello sviluppo del progetto sempre più Paesi strategici per il contrasto alla criminalità organizzata, facendo sì che la loro adesione si concretizzi in effettiva attività di indagine attraverso l’utilizzo delle tante potenzialità offerte.
L’Italia e la Dia, nella sua qualità di project leader, sono in prima fila su questo fronte, fornendo know how e personale per contrastare sempre più efficacemente la criminalità organizzata in tutte le sue forme, indipendentemente dal nome con cui essa si appella o dall’area di “business criminale” nella quale essa opera.
In chiusura di questa breve introduzione a questa che possiamo con orgoglio definire una eccellenza italiana, vorrei dedicare il mio pensiero grato alle donne e agli uomini della Dia che a questo progetto sono dedicati, il cui impegno e dedizione ha consentito i ragguardevoli risultati che nell’articolo che segue troverete brevemente compendiati.
A loro e al loro quotidiano sacrificio va il mio grazie, convinto mai più che in questo caso, che così pochi abbiano fatto così tanto per il bene comune.
La sfida che ci attende è impegnativa ma il nostro Paese e la Dia l’hanno già raccolta e sono più che determinate a portarla a compimento.
* Capo III Reparto relazioni internazionali a fini investigativi della Dia
2. Le origini della Rete
La Direzione investigativa antimafia sta sostenendo con sempre maggior impegno l’azione di contrasto internazionale alle mafie, non solo sul piano operativo, ma anche attraverso una più energica opera di sensibilizzazione degli omologhi stranieri finalizzata a dare nuova e rafforzata consapevolezza del fenomeno transnazionale della criminalità organizzata e di quella di tipo mafioso.
In tale contesto, è stato ritenuto necessario perfezionare, nel corso dell’ultimo Semestre italiano di Presidenza del Consiglio europeo, uno strumento che integrasse a livello operativo gli strumenti di cooperazione di polizia già esistenti.
Punto di partenza è stata la Risoluzione del Parlamento europeo del 23 ottobre 2013 sulla criminalità organizzata, la corruzione ed il riciclaggio di denaro, con la quale venivano elaborate raccomandazioni su azioni ed iniziative da intraprendere da parte dei Paesi membri.
A partire da queste importanti linee guida si è sviluppato un lavoro che ha portato, il 4 dicembre 2014, il Consiglio giustizia e affari interni (Gai) dell’Unione europea, su iniziativa italiana (tramite l’input della Direzione investigativa antimafia), ad approvare l’istituzione della “Rete operativa antimafia @ON”. Nasce così un network inedito nell’ambito della cooperazione internazionale di polizia: uno strumento ideato da investigatori per soddisfare specifiche esigenze di indagine, recependo quindi le indicazioni rappresentate dalle Istituzioni europee ed italiane nell’ambito del contrasto alla criminalità organizzata transnazionale mafia style.
La Rete @ON, quindi, in collaborazione con Europol ed in piena sinergia operativa con il Servizio per la cooperazione internazionale (Scip) della Direzione centrale della polizia criminale, costituisce la trasposizione, in dimensione europea, del così detto “metodo Falcone”: una centralizzazione delle informazioni sulle organizzazioni mafiose normalmente frammentate tra più centri di investigazione anche a livello internazionale, ed uno snellimento delle procedure per l’impiego sul posto degli investigatori.
3. Finalità e obiettivi
Grazie alla Rete @ON, ogni forza di polizia partecipante al network è ora nelle condizioni di ottenere in breve tempo informazioni privilegiate per meglio disarticolare le organizzazioni criminali presenti nei propri territori e le attività di riciclaggio dei gruppi mafiosi nazionali e transnazionali. È importante sottolineare che non si parla quindi solo delle mafie italiane, ormai conosciute a livello globale, ma anche di quelle albanesi, cinesi, nigeriane, turche, dell’area balcanica, dell’est europeo nonché delle bande di motociclisti e di ogni altra forma di crimine organizzato comunque denominato.
La Rete @ON inoltre punta a rafforzare la cooperazione per sviluppare l’approccio c.d. “amministrativo” nel campo della lotta al crimine organizzato e di tipo mafioso, in modo da recuperare gli ingenti patrimoni illegalmente acquisiti dalle organizzazioni criminali.
La Risoluzione del Consiglio dell’Unione europea in composizione Gai del 4-5 dicembre 2014 istituiva la Rete @ON, prevedeva, tra l’altro, che “almeno nella fase iniziale, l’Italia coordinerà le attività della Rete e sarà pronta ad inviare i propri investigatori presso gli Stati membri richiedenti per prendere parte, se necessario, alle attività operative in corso con il supporto finanziario del Fondo di sicurezza interna (Isf Police), demandando alla Dia, quale project leader, un importante finanziamento destinato a sostenere i costi vivi delle investigazioni transnazionali (viaggi, automezzi, interpretariato, etcc.).
Il 14 aprile 2021 la Commissione europea, con il documento “Strategia dell’Ue per la lotta alla criminalità organizzata 2021-2025” indirizzato al Parlamento europeo, richiamava le finalità e gli obiettivi della Rete @ON e del Progetto ISF4@ON:
“È fondamentale intensificare lo smantellamento delle strutture della criminalità organizzata, concentrandosi sui gruppi che rappresentano un rischio maggiore per la sicurezza dell’Europa e sugli individui ai vertici delle organizzazioni criminali”;
“A livello europeo la cooperazione operativa contro i gruppi della criminalità organizzata di stampo mafioso attuata attraverso la Rete @ON agevola l’intervento sul campo di investigatori specializzati in tutti gli Stati membri per prestare assistenza nelle indagini sui gruppi della criminalità organizzata transfrontaliera”;
“L’attuale Rete @ON dovrebbe essere rafforzata accogliendo tutti gli Stati membri e sviluppando migliori pratiche, nonché instaurando un legame più forte con Empact nella sua attività di lotta alle reti criminali”;
Veniva stanziato un finanziamento diretto a favore del progetto, pari a 2 milioni di euro, per ulteriori due anni, a partire dal 1° febbraio 2022.
L’intento della Rete è stato anche quello di colmare la mancanza, nell’ambito della Eu policy cycle, di un’ulteriore priorità Empact dedicata al contrasto della criminalità organizzata transnazionale mafia style in quanto tale, a prescindere dai reati da questa commessi.
L’aspetto particolarmente innovativo della progettualità – come evidenziato da Europol e riconosciuto dai Paesi che hanno nel tempo aderito al Network – è rappresentato dalla connotazione prettamente operativa, che si sostanzia mediante:
il rapido invio sul posto di investigatori specializzati della Rete a supporto delle unità investigative richiedenti;
lo scambio info-investigativo tra gli uffici di Polizia coinvolti, avvalendosi anche delle capacità di analisi offerte dall’Agenzia Europol, utilizzando sistemi di comunicazione protetti, quale il canale Siena;
il supporto finanziario alle esigenze investigative dei Paesi partner, a fronte di sempre maggiori ristrettezze economiche nel settore della cooperazione di polizia ma anche da parte delle singole unità investigative;
accrescere l’indispensabile rapporto fiduciario tra gli investigatori di diversi Paesi;
diffondere l’awareness a livello internazionale della minaccia costituita dalle organizzazioni criminali in quanto tali e di quelle di tipo mafia style in particolare.
Ad oggi la Rete @ON permette di finanziare:
le missioni operative di investigatori esperti, anche provenienti da Paesi extra Ue;
riunioni operative ed informative;
la locazione di attrezzature tecnologiche necessarie per le investigazioni;
il pagamento di eventuali informatori;
le operazioni sotto copertura;
l’assistenza linguistica sia per riunioni che per la traduzione di atti di indagine.
4. I partner
Al 30 novembre scorso, 45 forze di polizia, in rappresentanza di 38 Paesi, hanno aderito alla Rete @ON: Francia, Germania, Spagna, Belgio e Paesi Bassi costituiscono con l’Italia il Core Group della Rete. Unitamente ad Europol sono partner: Ungheria, Austria, Romania, Australia, Malta,Svizzera, Repubblica Ceca, Slovenia, Polonia, Croazia, Georgia, Norvegia, Albania, Portogallo,Usa, Svezia, Canada, Lettonia, Lussemburgo, Lituania, Estonia, Bulgaria, Montenegro,Ucraina, Cipro, Bosnia-Erzegovina, Irlanda, Kosovo, Finlandia, Grecia, Moldova e Islanda. L’Italia è rappresentata dalla Dia in qualità di project leader e, come partner dall’Arma dei Carabinieri, dal Corpo della Guardia di Finanza e dalla Polizia di Stato, facendo così sistema Paese nel contrasto alle organizzazioni criminali e a quelle di tipo mafioso a livello transnazionale. Per l’attività di management e di raccordo la Rete @ON si avvale di:
1 Project leader (Pl), responsabile del funzionamento del Progetto e identificato nel Vice direttore tecnico operativo della Dia;
1 Head operational committee (Hoc), posizione occupata dal Capo della 2^ Divisione del III Reparto relazioni internazionali ai fini investigativi della Dia;
1 Coordinatore di progetto e Operational manager unitamente all’ apposito Staff @ ON, costituito all’interno sempre del III Reparto della Dia. Una s.r.l. (società del Ministero dell’economia e delle finanze), quale Ente affiliato del progetto ISF4@ON, svolge attività di assistenza e supporto alla gestione amministrativo- contabile progettuale.
5. Risultati operativi
Il Network (dati riferiti al 30 novembre scorso) supporta le Unità investigative degli Stati membri in 153 investigazioni, ed ha finanziato 510 missioni in favore di 2.060 investigatori che hanno portato all’arresto di 896 persone, inclusi 12 latitanti oltre al sequestro di circa 240 milioni di euro, droga, veicoli, beni di lusso, locali commerciali ed armi.
Il Network si prefigge, tra l’altro, di sviluppare un’integrazione più strutturata mediante un legame più saldo con Empact nella lotta alle reti criminali.
La rete, al momento, è stata utilizzata, prevalentemente, per finanziare il contrasto alle organizzazioni mafiose italiane, operanti sia in Italia che all’estero. Negli ultimi mesi però, vi è stato un incremento di casi investigativi su altre tipologie mafiose, a causa di una crescente consapevolezza dimostrata dai diversi Paesi membri verso le potenzialità della rete. È interessante evidenziare che il progetto ha finanziato e ha permesso il supporto info-investigativo di Europol anche su attività investigative che non coinvolgono il territorio nazionale.
L’idea vincente alla base del progetto è nello scambio investigativo delle informazioni tra le diverse forze di polizia attraverso il canale Europol: questo consente a quest’ultima agenzia di immagazzinare una massa preziosissima di dati investigativi, che possono essere forniti come ausilio alle indagini dei Paesi aderenti al Network non appena richieste. Questo supporto informativo con una proiezione europea si dimostra di particolare utilità soprattutto oggi, in cui le organizzazioni criminali sempre più spesso operano contemporaneamente su più Stati, spesso sfruttando a proprio favore i limiti di giurisdizione di ogni singolo Paese.
Tra le operazioni più significative supportate dalla Rete si ricordano:
operazione “Per-Peco”. La polizia belga a conclusione di un’articolata attività investigativa ha eseguito, simultaneamente in Belgio, Olanda e Francia, 61 ordini di cattura internazionale nei confronti di un gruppo criminale, composto prevalentemente da soggetti di lingua albanese e italiana, per traffico internazionale di droga e di esseri umani;
operazione “Sagittario”. A seguito di mirate attività investigative della Dia e della polizia olandese, a L’Aja (NL), veniva catturato un latitante, “vicino” ad ambienti camorristi, colpito da mandato di arresto europeo a seguito di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 10 febbraio 2016 dal Tribunale di Napoli, per traffico internazionale di stupefacenti;
operazione “Obsidio” . Grazie alla cooperazione tra la Dia e la polizia francese, a Vallauris (Francia), veniva catturato un latitante affiliato alla ‘ndrangheta, colpito da M.A.E. a seguito di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 24 giugno 2014 dal gip di Reggio Calabria, per traffico di sostanze stupefacenti, riciclaggio e porto e detenzione abusivi di armi, reati aggravati dalle circostanze di cui all’416 bis cp;
operazione “Baccarat”. La polizia belga ha smantellato un’organizzazione criminale albanese, composta da soggetti di elevato spessore criminale, dedita al traffico di cocaina dal Sud America all’Europa e che disponeva in Europa di una rete di distribuzione degli stupefacenti. Sono stati eseguiti (in Belgio, Spagna, Olanda, Francia e Germania) 26 ordini di cattura e sequestrati ingenti quantitativi di stupefacente;
operazione “Platinum” . Le attività investigative condotte dalla Dia (Centro operativo di Torino) e dalla polizia tedesca nei confronti di un’associazione criminale, deputata alla gestione economica ed al riciclaggio dei proventi derivanti dalle attività illecite di un clan della ‘ndrangheta, operante tra il Piemonte e il Sud della Germania, hanno portato all’esecuzione di 33 arresti per traffico internazionale di stupefacenti, 98 perquisizioni in Italia, Germania, Romania e Spagna, nonché al sequestro di svariati milioni di euro;
operazione “Alleanza” . La polizia tedesca (Lka di North Rhine Westphalia) e la Guardia di finanza di Napoli, a conclusione di una un’attività investigativa congiunta nei confronti di un clan camorristico dedito al traffico di veicoli oggetto di reati e contraffazione di valuta, hanno eseguito 5 ordini di cattura, 19 perquisizioni domiciliari, il sequestro di 30 mila euro in contanti ed il sequestro preventivo di 415 mila euro, emessi dall’A.G. tedesca;
operazione “Black Eagle” . La polizia belga a seguito di attività investigative condotte in Italia con i Carabinieri di Prato e la Dia (Centro operativo di Firenze), ha eseguito 45 arresti (in Belgio, Olanda, Spagna, Ungheria) nei confronti di un gruppo criminale albanese, dedito al traffico intercontinentale di stupefacenti e al riciclaggio dei relativi proventi in diversi Paesi europei. In tale contesto sono stati effettuati ingenti sequestri di beni immobili e mobili;
operazione “Grand Father” . I Carabinieri di Giugliano in Campania (Na), in collaborazione con la polizia francese, hanno arrestato, in Costa Azzurra, un latitante contiguo al clan camorristico dei Mallardo, ricercato dal 2014 e condannato a 16 anni per rapina, ricettazione e porto illegale di armi;
operazione “Propaggine/Timoteo” . Un clan della ‘ndrangheta radicato a Roma e con proiezioni internazionali è stato smantellato, nel corso di due action day, dalla Dia (Centri operativi di Roma e di Reggio Calabria), a seguito di un’articolata attività investigativa, con l’esecuzione di complessive 104 misure cautelari tra Lazio e Calabria e un sequestro di beni pari a circa 100 milioni di euro. I componenti della ‘ndrina, che miravano ad ottenere la gestione e il controllo di attività economiche in molteplici settori commerciali, sono accusati di associazione mafiosa, favoreggiamento, detenzione e vendita di armi;
operazione “Dragon Ball” . La Guardia Civil spagnola, i Carabinieri e la Guardia di finanza, nel corso di investigazioni transnazionali, hanno disarticolato 2 gruppi criminali collegati alla ‘ndrangheta e attivi nel traffico di droga, riciclaggio di denaro ed estorsioni. Sono stati arrestati 32 soggetti ed effettuati numerosi sequestri e perquisizioni.
La poliedricità del progetto ha permesso anche di fornire preziosi contributi dottrinali finalizzati a sensibilizzare gli Stati membri dell’Unione europea circa la minaccia rappresentata dalle organizzazioni criminali di tipo mafioso. Ciò ha permesso di dotare le unità investigative di compendi conoscitivi per meglio fronteggiare le attività di contrasto transnazionale al fenomeno.
In particolare, è stato ideato un questionario che ha raccolto le esigenze formative degli Stati membri della Rete per un più efficace contrasto delle organizzazioni criminali mafia-style, promuovendole presso l’Accademia europea di polizia Cepol per la realizzazione di mirate attività didattiche, avvalendosi anche dell’expertise degli investigatori del Network.
E’ stata promossa la cooperazione con l’Analysis project di Europol Itoc nella realizzazione di un “situation report sulla presenza della Criminalità organizzata italiana in Europa”, distribuito a tutti i partner @ON e ai Paesi aderenti al predetto progetto di analisi Itoc.
D’intesa con la polizia federale belga, infine, è stato predisposto un documento comparativo delle normative dei Paesi europei in tema di contrasto alle organizzazioni criminali, con un focus sul concetto di associazione per delinquere, le principali previsioni normative per i diversi tipi di reato e le pene previste.
L’alta valenza operativa del progetto @ON è sempre più riconosciuta in ambito internazionale. Molteplici, infatti, sono gli eventi internazionali che hanno visto tra i protagonisti il network, quali ad esempio: la conferenza internazionale sul “contrasto alla criminalità organizzata di alto livello e di tipo mafioso – sfide per le forze di polizia e le Autorità giudiziarie” tenutasi a Palermo nel settembre 2021; la conferenza sulla criminalità organizzata italiana tenutasi ad aprile 2022 a Melbourne (Australia); il Core group meeting organizzato a febbraio 2023 in Roma in cui è stata sottoscritta l’adesione ufficiale alla rete della Repubblica Ucraina.
Nel “World Police Summit 2023” tenutosi a Dubai (Uae) lo scorso 23 febbraio, la Direzione investigativa antimafia, come project leader della Rete @ON, è arrivata tra i finalisti del premio “Crime Investigation Team of the Year” .
In sintesi, molta strada si è fatta nella consapevolezza, condivisa tra la maggior parte dei Paesi della Ue, della pericolosità del crimine organizzato e della necessità di una politica comune di contrasto alle mafie.
6. La criminalità organizzata italiana all’estero
L’ambito criminale che, a livello internazionale, continua ad offrire una maggiore redditività è quello del narcotraffico, ove la mafia italiana risulta essere l’interlocutore per eccellenza grazie anche ad una forte presenza di affiliati nei Paesi produttori e di transito dello stupefacente.Gli straordinari margini di profitto che derivano dalla droga hanno spinto le reti criminali internazionali a gestire i traffici illeciti mediante imponenti strutture organizzative e logistiche. Le organizzazioni criminali si sono saldate, assumendo progressivamente modelli organizzativi più flessibili e dinamici, strutturati “in senso reticolare”, divenendo aggregazioni poliedriche non più ancorate al territorio. Per quanto riguarda la vendita è emerso sempre più frequente il ricorso alla rete telematica, una modalità di diffusione delle sostanze stupefacenti particolarmente insidiosa e difficile da contrastare.
La Colombia ed il Messico, relativamente al traffico internazionale di cocaina, rientrano tra le aree di forte interesse delle mafie italiane in virtù di contatti con i cartelli locali del narcotraffico, acclarati da pregresse indagini svolte in Sudamerica (Argentina, Brasile, Costa Rica, Ecuador, Guyana e Repubblica Dominicana).
Negli ultimi anni anche l’Africa occidentale e l’area del “Sahel” sono diventate per le cosche nostrane una tappa sempre più importante per i traffici di stupefacenti e, in particolare, la Costa d’Avorio, la Guinea-Bissau e il Ghana sono stati i primi Paesi a finire nel mirino delle mafie, diventando cruciali basi logistiche per i narcos, come emerso dall’operazione “Kafo III” sostenuta dall’Onu- Unodc.
Analoghe considerazioni valgono per gli Stati Uniti ed il Canada ove l’infiltrazione della criminalità organizzata di origine italiana appare oramai compiuta, così come dimostrato, in materia di traffico internazionale di stupefacenti, da recenti operazioni.
Il contrabbando di tabacchi lavorati esteri, anch’esso avente carattere transnazionale, sebbene con radici storiche nel napoletano, appare in ripresa e rappresenta un’attività estremamente redditizia con un traffico che sfrutta soprattutto i canali di trasferimento delle merci provenienti dall’Est Europa.L’utilizzo sempre maggiore della tecnologia ha consentito, altresì, ad imprenditori riconducibili alle organizzazioni criminali, operativi nel settore del gioco d’azzardo e delle scommesse, il c.d. gaming e betting, di costituire società “cartiere” con sede legale nei paradisi fiscali, atte a far nascere un mercato parallelo a quello legale finalizzato a realizzare smisurate forme di guadagno e, nel contempo, a riciclare cospicue quantità di denaro.
Altro ambito che consente alla malavita di reinvestire capitali illeciti è la produzione e la commercializzazione dei beni contraffatti, un mercato che genera enormi proventi e parallelamente rappresenta un importante elemento di supporto all’operatività dei sodalizi mafiosi oltre confine.
Alcune recenti attività investigative transnazionali hanno fatto emergere la convergenza di strutture criminali, di differente matrice, nella pianificazione condivisa dei business della illecita commercializzazione di carburanti e nel riciclaggio di centinaia di milioni di euro in società petrolifere, sedenti in Italia, intestate a soggetti insospettabili meri prestanome.
L’interesse delle organizzazioni mafiose per il business del contrabbando di prodotti energetici (oli lubrificanti e oli base), sempre più in crescita per il notevole vantaggio economico che ne deriva, ha dato origine nel tempo ad un vero e proprio mercato “parallelo” sovrapposto a quello legale. In molti casi si tratta di prodotti energetici e di carburanti provenienti dall’Europa orientale, introdotti nel territorio nazionale grazie ad un circuito di false fatturazioni di società costituite spesso ad hoc; un sistema che vede coinvolte una pluralità di persone giuridiche in un meccanismo che ripropone una strategia ormai consolidata a cui ricorrono le organizzazioni per riciclare denaro ed utilizzarlo per investimenti in attività lecite e illecite.
Per le forze di polizia il monitoraggio delle operazioni finanziarie e dei trasferimenti di denaro, da e per l’estero, rappresenta un approccio efficace e strategico, indispensabile per mettere in atto un contrasto incisivo al riciclaggio ed al reimpiego di capitali illeciti, ambiti che generano una perniciosa alterazione del legale mercato economico-finanziario.
Una delle caratteristiche maggiormente rilevanti che, nel corso degli ultimi anni, ha contraddistinto la criminalità organizzata italiana è stata quella di aver saputo interpretare e sfruttare a proprio vantaggio le maggiori possibilità di scambi e investimenti internazionali offerte dalla globalizzazione divenendo così una delle realtà leader all’interno del panorama delinquenziale planetario.
L’accrescimento esponenziale dei vari business illegali è stato favorito dalla carente rapidità dello sviluppo dei metodi di contrasto, contesto aggravato soprattutto dal fatto che molti Paesi non si sono dotati di una legislazione antimafia adeguata.
Anche nei forum e negli eventi internazionali di approfondimento sul tema del “Contrasto alla criminalità organizzata transnazionale – Cot” emerge sempre più evidente come le mafie costituiscano un pericolo globale alla sicurezza degli Stati, delle loro economie e dei diritti dei cittadini. Ciò perché le organizzazioni criminali sono sempre più di natura multietnica ed operano in sinergia con le altre organizzazioni criminali ripartendosi competenze e compiti nel perseguimento del profitto in ogni parte del mondo. Ovunque va maturando la consapevolezza che la cooperazione internazionale di polizia e giudiziaria vada accresciuta ed implementata per rendere più efficaci le attività di contrasto: bisogna fare rete!
L’adozione di strumenti giuridici e normative comuni, la condivisione rapida e sempre più ampia di informazioni, lo scambio di best practice e lo sviluppo di tecniche investigative agevolano l’azione di contrasto delle magistrature e forze di polizia.
Nel complesso, la criminalità organizzata italiana si conferma tra i maggiori protagonisti globali che, evidenziando una chiara vocazione economico – imprenditoriale, si è dotata di una struttura organizzativa flessibile senza recidere l’indissolubile legame storico con il territorio d’origine. Questa vocazione transnazionale è maggiormente evidente per la ’ndrangheta, la quale, proprio in virtù delle relazioni privilegiate instaurate con i produttori di sostanze stupefacenti in America Latina, si è ritagliata un ruolo di “leadership” mondiale nell’ambito del narcotraffico, divenendo una vera e propria “holding” criminale di rilevantissimo spessore internazionale.
Al riguardo I-can continua a confermarsi un valido progetto finalizzato ad accrescere la cooperazione internazionale di polizia nel contrasto alla ‘ndrangheta. In particolare l’Italia ha costituito un hub, presso la Direzione centrale della polizia criminale, la cui componente a livello strategico coinvolge i vertici delle forze di polizia, della Dia e della Direzione centrale dei servizi antidroga con il supporto della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
La componente operativa, invece, è in grado di comunicare su tutti i canali di cooperazione internazionale di polizia (Interpol, Europol e S.I.Re.N.E.), di avere accesso a tutte le banche dati di polizia nazionali e internazionali e di dialogare direttamente con gli uffici centrali delle forze di polizia impegnate nella lotta alla criminalità organizzata e con le Unità nazionali I-can aderenti all’iniziativa.
Nell’ambito di questa efficace progettualità la Dia, con un rapido scambio informativo e di competenze, collabora sia in termini analitici sia operativi, sostenendo tutte le attività volte alla localizzazione dei latitanti e all’aggressione dei patrimoni illecitamente acquisiti all’estero. Di pari passo è aumentato l’impegno nel formare investigatori specializzati in attività di indagine finanziaria nella rete internet, un ambito nel quale la formazione degli investigatori è stata svolta grazie al ruolo di Cepol (Agenzia dell’Unione europea per la formazione delle forze di polizia) che anche nel semestre in corso ha continuato a svolgere l’attività addestrativa.