Francesca Stazzonelli

Verso la rivoluzione industriale verde

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Le nuove tappe della campagna di Legambiente “I cantieri della transizione ecologica” raccontano aziende e associazioni di settore diventate esempi tangibili della decarbonizzazione possibile

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Ognuno di noi può fare la propria parte nella transizione ecologica. Siamo tutti chiamati a un cambiamento di mentalità e nelle nostre abitudini quotidiane per evitare lo spreco di energia e delle risorse naturali, l’inquinamento idrico e atmosferico. Ma questo non potrà bastare se un vero cambio di passo non coinvolgerà le aziende e le industrie di tutti i settori, che devono convertirsi verso produzioni più sostenibili e cercare, grazie ai progressi della tecnologia, di essere meno inquinanti ed energivore. Una rivoluzione industriale verde che in realtà è già in atto, come dimostrano i protagonisti delle nuove tappe della campagna di Legambiente “I cantieri della transizione ecologica. Verso il XII congresso nazionale”. Un viaggio nelle varie regioni italiane, al fianco di aziende e associazioni di settore che rappresentano esempi tangibili del fatto che la decarbonizzazione è una missione possibile, che si possono raggiungere risultati apprezzabili indirizzando gli investimenti nella giusta direzione. E che la transizione va fatta subito, velocemente e bene. 

Riciclare vetro, risparmiare energia 
Un comparto che ha compiuto grandi passi verso la riconversione green è quello del vetro, che negli ultimi cinquant’anni ha dimezzato le emissioni di Co2 e ridotto del 70% i consumi energetici. Un traguardo importante per l’industria vetraria, che consuma ogni anno 1,1 miliardi di m³ di gas, raggiunto grazie alle innovazioni tecnologiche volte alla decarbonizzazione. Una strada intrapresa per esempio in Friuli-Venezia Giulia, nello stabilimento O-I di Villotta di Chions, azienda parte di Assovetro, l’associazione nazionale degli industriali del vetro. Lo stabilimento ha avviato la sua trasformazione per la produzione di packaging ad alta efficienza nel 2012, aggiornando i suoi due forni per l’utilizzo dell’ossicombustione con la tecnologia Oxy-fuel, che consente di aumentare l’efficienza energetica per la fusione del vetro utilizzando l’ossigeno. 

«Ma l’uso di tecnologie avanzate non si è limitato all’ossicombustione – dice Alessandro Gardenal, direttore dello stabilimento O-I – Altre innovazioni hanno interessato il nostro impianto, come il riutilizzo circolare del calore proveniente dai fumi per preriscaldare il rottame di vetro delle raccolte differenziate e anticipare la fusione nei forni, in modo da ridurre il consumo di energia». L’applicazione di queste innovazioni ha permesso allo stabilimen

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04/12/2023